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Addio a Giandomenico Picco, il soldato disarmato della diplomazia

Picco

NEW YORK, 10 MARZO – Giandomenico Picco, l’ex alto funzionario italiano delle Nazioni Unite le cui arti di mediatore contribuirono a calmare ad alcune delle crisi più complicate degli anni Ottanta e Novanta, è morto dopo una lunga malattia a 75 anni in una casa di riposo del Connecticut. Lo ha reso noto il figlio Giacomo a New York.

Tra i negoziati in cui questo “soldato disarmato della diplomazia”, come l’aveva definito il segretario generale delle Nazioni Unite Javier Perez de Cuellar, Picco aveva avuto un ruolo di primo piano ci furono la guerra Iran-Iraq e i rapimenti di una decina di ostaggi occidentali da parte di Hezbollah in Libano.

Udinese di Flaibano, Picco aveva lavorato alle Nazioni Unite dal 1973 al 1992. Aveva cominciato a Cipro con la missione di peacekeeping dell’Onu, fino al 1981 quando de Cuellar lo aveva chiamato a far parte del suo ufficio esecutivo al quartier generale di New York dove di lì a poco sarebbe stato promosso assistente segretario generale per gli affari politici.

Picco aveva pubblicato un resoconto delle sue missioni diplomatiche nel 1999 nel memoir intitolato “Man without a gun”. Aveva rappresentato l’Onu nei negoziati tra Nuova Zelanda e Francia dopo che nel 1985 agenti segreti francesi avevano affondato l’ammiraglia di Greenpeace Rainbow Warrior che stava protestando contro i test nucleari di Parigi nel Pacifico.  L’anno dopo era stato investito dei negoziati tra l’Iraq a maggioranza sunnita e l’Iran a maggioranza sciita in un conflitto che aveva provocato fino ad allora oltre un milione di
morti iniziato quando nel 1980 Saddam Hussein aveva invaso il Paese limitrofo e proseguito in una logorante guerra di trincea e attacchi con armi chimiche.

Picco aveva anche avuto un ruolo in Afghanistan contribuendo a facilitare il ritiro delle truppe sovietiche nel 1989 dopo dieci anni di occupazione. Grazie alle sue relazioni con l’Iran aveva poi negoziato il rilascio di ostaggi rapiti dal gruppo di miliziani libanesi di Hezbollah legati a Teheran: tra questi Terry Anderson, il capo dell’ufficio di corrispondenza di Beirut dell’Associated Press detenuto dal 1985 al 1991. (@OnuItalia)

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