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Ucraina: le Ong italiane si mobilitano contro la guerra

Ucraina

© UNICEF/Aleksey Filippov A mother and her two children take refuge from bombardments in a Kyiv metro station in January 2024.

ROMA, 23 FEBBRAIO – A due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia le Ong italiane si mobilitano contro la guerra: AVSI si schiera dalla parte dei bambini (oggi al centro di una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza) mentre la Comunita’ di Sant’Egidio ha organizzato per stasera una veglia di preghiera nella chiesa di Santa Maria in Trastevere..

“L’eternizzazione della guerra provoca paradossalmente anche questo: una mobilitazione internazionale più debole rispetto a quella che invece, nei primi mesi del conflitto, era riuscita a fare arrivare in Ucraina un ingente sostegno. Sant’Egidio è presente nel Paese da trent’anni  con comunità composte da cittadini ucraini, che in questi due anni, pur condividendo le sofferenze, le paure, i disagi di tutta la popolazione, hanno realizzato un’estesa rete di aiuti umanitari. Ogni settimana migliaia di pacchi alimentari sono consegnati alle famiglie di sfollati e inviati nelle regioni meridionali e orientali del Paese, più esposte alle azioni belliche, raggiungendo in due anni circa 330.000 persone. Tutto ciò è reso possibile da una catena di solidarietà che parte dall’Italia e da altri paesi europei e che non può interrompersi finché dura il conflitto“. afferma la Comunita’ di Trastevere.

Anche AVSI continua la sua presenza nel paese e concentra le forze su 50 Community Center pensati per i bambini e i loro caregiver come spazi sicuri per garantire il diritto all’educazione e alla protezione anche in un contesto di emergenza.

Dal 24 febbraio 2022 AVSI è accanto agli ucraini e non se ne va: ha aiutato più di 180 mila persone nel paese e continua a sostenere i rifugiati in Polonia (8588 persone) e in Italia (4401 persone). In particolare ha sperimentato che è possibile stare dalla parte dei bambini e difenderne i diritti a due condizioni: prendendo in considerazione i loro bisogni in modo integrale e pensandoli inseriti nella loro comunità, nelle loro reti di famiglia, amicizia, affetti. La guerra ha causato in tutti loro un trauma che va affrontato da subito, a partire dalle esigenze quotidiane, per evitare che impatti gravemente anche sul loro futuro. (@OnuItalia)

 

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