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UfC: riforma CdS rispetti l’uguaglianza sovrana degli Stati

UfC: riforma CdS rispetti l'uguaglianza sovrana degli Stati

NEW YORK, 15 FEBBRAIO – Parlando a nome del gruppo Uniting for Consensus (UfC) il Rappresentante Permanente italiano all’ONU, Maurizio Massari, e’ tornato a difendere il principio fondamentale dell’uguaglianza sovrana tra gli Stati membri: premessa dell’opposizione dell’Italia come degli altri membri del gruppo all’aumento dei seggi permanenti del Consiglio di Sicurezza.

Massari si e’ espresso nel corso del Negoziato Intergovernativo sulla riforma del Consiglio per per commentare con preoccupazione una proposta avanzata dai paesi del gruppo L69, un gruppo di nazioni in via di sviluppo di Africa, Asia, America Latina, Caraibi e Piccoli Stati Isola del Pacifico. Il gruppo, composto di una trentina di Stati e che prende il nome da una bozza di proposta fatta uscire nel 2007-08, e’ uno dei player nel processo di riforma del Consiglio.

La presenza di seggi permanenti con diritto di veto è uno dei motivi principali per cui oggi si ritiene necessaria la riforma del Consiglio, ha detto, osservando che l’aggiunta di membri permanenti con diritto di veto non può che aggravare il problema e limitare ulteriori dibattiti. “Moltiplicare un torto non crea una ragione”, ha aggiunto, facendo notare che qualsiasi assetto fisso di membri permanenti diventerà  facilmente obsoleto di fronte alle realtà internazionali in continua evoluzione: minando in tal modo l’adattabilità e la rilevanza del Consiglio.

Non sono i soli motivi di preoccupazione: “Nonostante il fatto che l’articolo 23 della Carta delle Nazioni Unite faccia riferimento a una ‘equa distribuzione geografica’ solo per quanto riguarda i membri non permanenti e che l’aggiunta di membri permanenti non fa nulla per aumentare la rappresentanza regionale, notiamo che il modello proposto si traduce in una distribuzione regionale iniqua. La variazione percentuale per la categoria dei permanenti è doppia rispetto a quella della categoria eletti. Manca inoltre la accountability, che è il principio cardine, poiché gli 11 membri permanenti proposti non sarebbero tenuti a chiedere l’elezione o la rielezione indipendentemente dalle loro azioni, nonché dal loro effettivo contributo al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”.

Secondo UfC, in un mondo in costante cambiamento geopolitico, le elezioni periodiche sono fondamentali per la accountability e la rappresentanza. Per non parlare del fatto che un simile aumento dei membri permanenti minerebbe ancora di più l’efficacia e l’efficienza del Consiglio di Sicurezza: “Come potrebbe un simile modello contribuire al miglioramento della funzionalità del Consiglio di Sicurezza?”. (@OnuItalia)

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