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AIEA: l’esperienza della ricerca italiana sull’uso pacifico del nucleare alla 67/a Conferenza generale

VIENNA, 26 SETTEMBRE – La 67ma Conferenza Generale dell’Agenzia per l’Energia Atomica delle Nazioni Unite (AIEA) si è aperta ieri e durerà fino a venerdì per affrontare i numerosi temi che le varie situazioni di crisi hanno sollevato negli ultimi anni. L’Agenzia – che ha il mandato di garantire e diffondere l’uso pacifico delle tecnologie nucleari, a favore dello sviluppo sostenibile, della salute umana e della cooperazione internazionale – si trova da tempo al centro della geopolitica mondiale, per il ruolo determinante che riveste nelle principali situazioni di crisi (guerra in Ucraina, programma nucleare iraniano, smaltimento delle acque di Fukushima, minaccia nucleare nord-coreana, tra le altre).
La Conferenza Generale è il massimo organo di governo dell’Agenzia e si riunisce una volta l’anno, con la presenza di tutti gli Stati membri (che sono attualmente 177). La delegazione italiana alla Conferenza Generale sarà guidata dal Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Giorgio Silli.
L’Italia vanta cinque reattori di ricerca e un consistente panorama di attività accademica e competenze tecnologiche e industriali di primo piano in questo settore, ed è tra i leader mondiali per le applicazioni nucleari nell’ambito della salute umana, della salubrità alimentare, in agricoltura, nell’edilizia e nell’ingegneria civile, nella conservazione dei beni culturali e nella ricerca pura e applicata.
Tutte queste attività italiane saranno presentate nell’ambito di un padiglione nazionale, allestito nella Sede della Conferenza (il Vienna International Center) con lo ‘slogan’ ‘Atoms for the Future: Frontier of the Italian Nuclear Research’. Il programma di eventi prevede 22 seminari dedicati alla ricerca, alla tecnologia e alle applicazioni industriali in ambito nucleare, più 3 eventi a margine, organizzati insieme a AIPnD, CNR, ENEA, INFN, ISIN, MITAMBIENTE, NUCLECO, SOGIN, le Università di Roma La Sapienza e Tor Vergata, l’Università di Pavia, l’università di Siena, il Politecnico di Milano, il Museo della Radioattività e i ricercatori italiani dell’Agenzia Atomica che lavorano a Vienna e nei laboratori AIEA di Seibersdorf.

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