GINEVRA, 26 GIUGNO – E’ fitta l’agenda degli interventi dell’Italia a Ginevra nell’ambito del Consiglio per i Diritti umani: dopo l’adozione di un risoluzione sull’assistenza umanitaria voluta dall’Italia nell’ambito del Segmento umanitario dell’ECOSOC, il Rappresentante Permanente presso le Nazioni Unite e le altre Organizzazioni Internazionali a Ginevra, Ambasciatore Vincenzo Grassi, è intervenuto nell’ambito del Dialogo interattivo con la Relatrice Speciale sull’eliminazione della discriminazione contro le persone affette da lebbra e i loro familiari, nel quadro della 53ma sessione del Consiglio Diritti Umani.
L’Italia è ”preoccupata – ha detto Grassi – per il persistere della discriminazione, della stigmatizzazione e della segregazione delle persone affette da lebbra (morbo di Hansen) e dei loro familiari, nonostante siano passati 13 anni dall’adozione della Risoluzione 65/215 da parte dell’Assemblea Generale che, richiamando le disposizioni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ha ribadito che queste persone devono essere trattate come individui con dignità e godere di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali”.
L’ambasciatore ha aggiunto che ”il fatto che donne e bambini siano tra i più vulnerabili alla discriminazione legata alla lebbra è particolarmente preoccupante, anche per le sue implicazioni negative sull’uguaglianza di genere e sul godimento del diritto all’istruzione” e che pertanto l’Italia accoglie con favore la continua interazione del Relatore Speciale delle Nazioni Unite con l’OMS, l’UNICEF e UN-Women.
Grassi ha sottolineato anche che ”la lotta contro ogni forma di discriminazione è parte integrante dell‘impegno dell’Italia per la tutela e la promozione dei diritti umani a livello internazionale”, incoraggiando tutti gli Stati ad attuare i Principi e le Linee Guida delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione nei confronti delle persone affette da lebbra e dei loro familiari. Grassi ha infine ricordato che nel 1999 ”l’Italia ha adottato le Linee Guida nazionali per il controllo del morbo di Hansen, utilizzando una terminologia più neutra, che potrebbe contribuire a ridurre gli stereotipi dannosi legati al termine lebbra”.