NEW YORK, 14 GIUGNO – Cosa accade quando una persona con una disabilità intellettiva si ammala? Quando non è in grado di comunicare adeguatamente i sintomi o di collaborare per sottoporsi ad esami? In Italia ci sono piu’ di 20 ospedali che offrono un percorso dedicato a queste persone, chiamato chiamato DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance) che la ministro delle disabilita’ Alessandra Locatelli ha portato oggi all’ONU, in un side event della COSP 16, la 16ma Conferenza annuale degli Stati parte della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità.
Il primo test fu fatto a Milano nel 2000 quando l’Ospedale San Paolo apri’ un reparto dedicato alla cura e all’accoglienza medico-ospedaliera delle persone con grave disabilità intellettiva e neuromotoria. Il perrcosro del San Paolo e’ poi diventato progetto regionale il 30 marzo 2001, sviluppando e consolidandoun modello organizzativo in grado di superare le difficoltà che le persone con disabilità hanno nell’affrontare l’ospedale, attraverso una presa in carico dei bisogni e del problema presentato, utilizzando competenze e risorse già presenti in un moderno ospedale, con una personalizzazione dell’intervento che tiene conto dei bisogni di ognuno: persona con disabilità, famigliari e caregivers, personale sanitario.
L’èquipe DAMA del San Paolo gestisce autonomamente un call center dedicato alla presa in carico dei problemi ed alla costruzione del percorso ospedaliero. La rete nazionale DAMA – ne fanno parte reparti a Mantova, Varese, Bologna, Empoli, Bolzano – e’ stata illustrata oggi dalla Locatelli e da Filippo Ghelma, dirigente medico dell’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano.
La COSP si è aperta ieri al Palazzo di Vetro. In Italia la Convenzione (CRPD) è legge dal 2009. La ministra Locatelli, nella seduta plenaria, ha illustrato gli impegni dell’Italia in merito all’inclusione delle persone con disabilità e al nuovo frame che il Paese sta disegnando con la riforma sulla disabilità, che declina i principi cardine della Convenzione Onu. “Stiamo attuando tutti i principi della Convenzione attraverso norme, misure, riforme, coinvolgendo direttamente i diversi livelli istituzionali e in particolare il mondo delle associazioni e del Terzo settore”, ha detto la ministra ribadendo il grande impegno dell’Italia nel voler invertire l’ordine delle priorità politiche, mettendo al centro le persone e le famiglie e dimostrando che per rafforzare le nostre comunità è indispensabile investire sui talenti e sulle capacità di tutti”. (@OnuItalia)