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Onu (WMO) avverte: ‘Il mondo si prepari all’arrivo di un Nino con temperature record’

GINEVRA, 3 MAGGIO – Il mondo deve prepararsi all’arrivo di una calda corrente di El Niño, che quest’anno farà aumentare le temperature a livelli record: ha affermato a Ginevra l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo).
“Lo sviluppo del El Niño porterà molto probabilmente a un nuovo picco nel riscaldamento globale e aumenterà la possibilità di nuovi record di temperatura”, ha affermato Petteri Taalas, capo dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite.

El Niño è un fenomeno climatico di riscaldamento del Pacifico tropicale centrale e orientale, fino alle coste di Peru ed Ecuador. Si ripete con intervalli da 2 a 7 anni e dura da 9 a 12 mesi. Porta ondate di calore, siccità e alluvioni in varie parti del mondo. In particolare, piogge su parti del Sudamerica, nel sud degli Stati Uniti, nel Corno d’Africa e nell’Asia centrale, e siccità sull’Australia, l’Indonesia e parti dell’Asia meridionale. El Niño d’estate alimenta gli uragani nel Pacifico centro-orientale e li ostacola sull’Atlantico.
Il fenomeno opposto, chiamato La Niña, consiste nel raffreddamento della stessa area del Pacifico tropicale centrale e orientale. Negli ultimi tre anni la Niña si è ripetuta costantemente. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, l’anno più caldo da quando ci sono rilevazioni scientifiche, il 2016, è stato così per l’effetto combinato di un Niño molto potente e del riscaldamento globale di origine umana.
“Il mondo dovrebbe prepararsi allo sviluppo del Nino – avverte Taalas -. Potrebbe portare sollievo dalla siccità nel Corno d’Africa, ma potrebbe anche scatenare più eventi meteorologici estremi. Questo sottolinea la necessità dell’iniziativa lanciata dall’Onu ‘Primo allarme per tutti’, per istituire in tutti i paesi del mondo sistemi di allarme tempestivi per gli eventi eccezionali”.

Naturalmente il quadro climatico tracciato dall’Onu ha una serie di ricadute molto gravi sulla capacità di resilienza di tanti paesi a questi cambiamenti climatici così violenti, colpirà il settore dell’alimentazione,  incoraggerà ancora le migrazioni cosiddette climatiche, in una spirale che sembra allontanare sempre di più il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda dell’Onu per il 2030. 

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