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Acqua: Onu, siamo ‘vampiri’ senza scrupoli e andiamo ‘ciecamente verso una crisi idrica globale’

ROMA, 22 MARZO – L’Onu lancia l’allarme acqua: la “linfa vitale” dell’umanità è sempre più a rischio nel mondo a causa dell’eccessivo sviluppo e del consumo “vampiresco” e la “scarsità di acqua sta diventando endemica”.  Nella Giornata mondiale dell’Acqua un rapporto delle Nazioni Unite evidenzia come la carenza di acqua sta peggiorando con l’imminente rischio di una crisi globale. Il mondo, si legge, sta “ciecamente camminando su una strada pericolosa con un uso di acqua ormai insostenibile, l’inquinamento e il surriscaldamento climatico”, afferma il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.Il rapporto dell’Onu arriva in occasione della Conferenza sull’acqua alle Nazioni Unite – che comincia oggi – e della Giornata mondiale dell’acqua. Dallo studio emerge che circa due miliardi di persone non hanno l’accesso ad acqua potabile sicura, mentre 3,6 miliardi non lo hanno a servizi sanitari affidabili. Nel rapporto si osserva come l’uso di acqua sia aumentato a livello globale di circa l’1% ogni anno negli ultimi 40 anni e dovrebbe mantenere tassi di crescita simili fino al 2050.

Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti ONU sul cambiamento climatico (IPCC), l’aumento della temperatura in atto sarà accompagnato da grandi cambiamenti nel ciclo dell’acqua in tutto il Pianeta, con aree umide che diventeranno molto più umide e aree aride che saranno soggette a siccità più intense e per periodi più lunghi. In questi ultimi due anni anche zone che non conoscevano la siccità stanno affrontando nuovi problemi: si pensi (per l’Europa) alla Francia, alla Gran Bretagna e al Nord Italia. Dobbiamo anche fare i conti con una riduzione di disponibilità idrica del 19% registrata negli ultimi trent’anni rispetto al precedente periodo (ISPRA 2022).
Co-ospitata dai governi del Tagikistan e dei Paesi Bassi, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua riunirà circa 6.500 partecipanti, tra cui un centinaio di ministri e una dozzina di capi di stato e di governo da oggi a venerdì a New York.

I DATI

Richard Connor, autore principale del rapporto, ha dichiarato che l’impatto della “crisi idrica mondiale” sarà una “questione di scenari”. Alla conferenza delle Nazioni Unite, i governi e gli attori del settore pubblico e privato sono invitati a presentare proposte per un cosiddetto programma d’azione per l’acqua per invertire la tendenza e contribuire a raggiungere l’obiettivo di sviluppo, fissato nel 2015, di garantire “l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030”.L’ultima conferenza a questo alto livello sul tema acqua, che manca di un trattato globale o di un’apposita agenzia delle Nazioni Unite, si tenne nel 1977 a Mar del Plata, in Argentina.
“Almeno 2 miliardi di persone utilizzano una fonte di acqua potabile contaminata da feci, esponendole al rischio di contrarre colera, dissenteria, tifo e poliomielite”. Quel numero non tiene nemmeno conto dell’inquinamento da prodotti farmaceutici, chimici, pesticidi, microplastiche e nanomateriali. Per garantire l’accesso all’acqua potabile sicura per tutti entro il 2030, gli attuali livelli di investimento dovrebbero essere triplicati, afferma il rapporto.
Secondo il Wwf acqua e clima rappresentano due crisi correlate. I problemi legati all’acqua, da un lato la siccità – con il relativo aumento degli incendi – dall’altro alluvioni e inondazioni, sono destinati a peggiorare in tutto il mondo con la crisi climatica. A rischio ci sono milioni di specie animali e vegetali, inclusa la specie umana che già vede oltre due miliardi di persone in situazione di precarietà o sofferenza idrica.

IN ITALIA

In Italia l’emergenza idrica potrebbe mettere a rischio 320 miliardi di euro tra imprese idrovore e filiera estesa dell’acqua, ovvero il 18% del Pil italiano, ma si può rispondere alla crisi con il modello circolare delle 5R: Raccolta, Ripristino, Riuso, Recupero e Riduzione. La proposta operativa contro gli sprechi e la siccità emerge dal Libro Bianco 2023 “Valore Acqua per l’Italia”, presentato in occasione della Giornata mondiale, realizzato dall’Osservatorio istituito dalla Community Valore Acqua per l’Italia creata nel 2019 da The European House-Ambrosetti per rappresentare la filiera estesa dell’acqua in Italia.

L’acqua che beviamo è solo una piccola parte di quella che consumiamo. Al consumo diretto (per lavarsi, cucinare, pulire o innaffiare le piante) che, secondo i dati del WWF, in Italia è di 236 litri al giorno a persona contro una media europea di 165 litri, va aggiunto quello indiretto, legato all’acqua necessaria per produrre i beni e i servizi che utilizziamo e il cibo che mangiamo. Ogni fase produttiva per realizzare un prodotto finito può consumare acqua. La somma di tutti questi consumi rappresenta l’impronta idrica quotidiana. In Italia consumiamo in media circa 130 miliardi di m³ all’anno – una delle impronte idriche più alte d’Europa. Consumi non più sostenibili e allarmanti, considerando che secondo il World Resources Institute nel 2040 l’Italia sarà in un serio stress idrico.
Per quanto riguarda gli usi produttivi, in Italia l’agricoltura è il settore economico più assetato, con l’85% dell’impronta idrica della produzione, comprendendo l’uso di acqua per la produzione di colture destinate all’alimentazione umana e al mangime per il bestiame (75%), e per pascolo e allevamento (10%). Dopo la produzione alimentare, l’industria tessile è la seconda industria ad alta intensità di consumo idrico al mondo, con circa 93 miliardi di metri cubi di acqua all’anno, pari al 4% di tutta l’acqua dolce estratta a livello globale. Per produrre tutti i tessili acquistati dalle famiglie europee sono necessari ogni anno circa 24.000 milioni di m³ di acqua.

IL PAPA

Sul tema dell’acqua è intervenuto anche Papa Francesco, lanciando un appello al termine dell’udienza generale. “In questi giorni si svolge a New York la seconda Conferenza dell’acqua dell’Organizzazione delle Nazioni Unite – ha detto il Pontefice -. Prego per il buon esito dei lavori e auspico che l’importante evento possa accelerare le iniziative in favore di quanti soffrono la scarsità di acqua, di questo bene primario. L’acqua non può essere oggetto sprechi o di abusi, o motivo di guerre, ma va preservata a beneficio nostro e delle generazioni future”.

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