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Diritti: Onu disapprova Italia per ‘approccio punitivo al consumo di droghe, ma anche per aborto e legge 40

ROMA, 20 OTTOBRE – L’Italia è finita sul banco degli imputati del Comitato per i diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite che ha espresso ”preoccupazione per l’approccio punitivo al consumo di droghe”. Nelle osservazioni sulla giustizia e la tutela dei diritti in Italia, l’Onu ha anche sottolineato il limitato accesso all’aborto, reso difficile dall’alto numero di obiettori di coscienza tra il personale sanitario. Inoltre hanno spiegato a Palazzo di Vetro, ”sono irragionevoli le restrizioni e limitazioni” poste dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, oltre che in contrasto con il diritto di tutti i cittadini di beneficiare del processo scientifico. Infine desta preoccupazione nel Comitato delle Nazioni Unite anche la tutela dei diritti delle persone con disabilità.

”Gli impegni internazionali dell’Italia nei confronti dell’ONU e delle Convenzioni internazionali sulle droghe erano stati usati dall’allora Presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato come pretesto per impedire ai cittadini italiani di votare sul referendum sulla cannabis”, ha commentato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e promotore del Congresso Mondiale sul Diritto alla Scienza in cui proprio nell’ultima edizione del 2020 ad Addis Abeba è stato lanciato un appello internazionale firmato anche da Nobel e scienziati con al centro il Diritto umano alla Scienza.

Marco Cappato

”Proprio ora ‘scopriamo’ che l’ONU solleva obiezioni nei confronti dell’Italia esattamente per le motivazioni opposte rispetto a quelle accampate da Amato, e cioè che l’ONU esprime preoccupazione per l’approccio punitivo al consumo di droghe nel nostro Paese – ha aggiunto Cappato – Dubitiamo che la politica italiana saprà ascoltare le parole del Comitato per i diritti economici, sociali e culturali dell’Onu ha espresso. E’ infatti troppo spesso il muro dell’ideologia che separa dalla realtà i nostri rappresentanti istituzionali. Il nostro referendum sarebbe stato un’occasione perfetta. Non ci arrendiamo e percorreremo ogni altra strada”.

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