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Stupri in guerra: Onu, Italia si impegnano a sostegno delle vittime

NEW YORK, 19 GIUGNO – Nella Giornata Internazionale contro la violenza sessuale nei conflitti armati le Nazioni Unite e l’Italia si uniscono nell’esprimere solidarietà verso tutte le vittime e nell’impegno a sostenere le donne, le ragazze, gli uomini e i ragazzi più vulnerabili che lottano per vivere in dignità e pace.

“La violenza sessuale nei conflitti armati è una tattica di guerra e di repressione che terrorizza le popolazioni, distrugge vite e sfalda comunità. Raramente i colpevoli pagano per le loro azioni. Al contrario, sono le vittime a dover portare il peso dello stigma e del trauma subito per tutta la vita, spesso doppiamente vessate da norme sociali deleterie e dall’accusa di vittimismo”, ha detto il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres indicando una serie di azioni mirate, a partire dal sostegno alle vittime e alle donne sfollate, alle ragazze e ai ragazzi in quanto vulnerabili alla tratta e allo sfruttamento sessuale, e a coloro che vivono in aree rurali remote e isolate dove la giustizia e la sicurezza sono carenti.

Un messaggio simile e’ arrivato dalla Rappresentanza Permanente italiana al Palazzo di Vetro: “L’Italia e’ piu’ che mai determinata a por fine agli stupri in guerra in stretta collaborazione con la Rappresentante speciale del Segretario generale, Pramila Patten”, si legge in un messaggio della Missione su Twitter. “Ci sono guerre combattute con armi silenziose che lasciano cicatrici invisibili”, ha detto il Rappresentante Permanente italiano, Ambasciatore Maurizio Massari: “Non possiamo guardare dall’altra parte. Non possiamo venir meno alle donne in conflitti armati. Dobbiamo agire ora”.

Massari era intervenuto all’inizio di giugno sull’argomento durante un dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza convocato dalla presidenza di turno albanese: “Lo stupro – aveva detto – e’ un’aggressione militare su scala individuale, le cui conseguenze si ripercuotono anche sui figli delle vittime, condannati a una vita da sfollati o rifugiati, che a sua volta li espone a un ulteriore rischio di violenze e traffico, privandoli di un futuro”. (@OnuItalia)

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