ROMA, 10 GIUGNO – Per milioni di bambini, il COVID-19 ha significato fame, povertà e un ostacolo al diritto all’istruzione. Lo conferma l’ultimo Rapporto sul lavoro minorile 2022 della Federazione Internazionale Terre des Hommes, pubblicato a ridosso della Giornata mondiale contro il lavoro minorile. E lo confermano i dati raccolti dall’UNICEF. ad oggi i dati internazionali sono allarmanti: secondo l’ILO sono 160 milioni i bambini e le bambine coinvolti nel lavoro minorile. Per la prima volta in 20 anni, il fenomeno è in aumento a livello mondiale e il COVID ha esposto quasi 9 milioni di bambini in più al rischio di sfruttamento lavorativo.
Anche per l’UNICEF l’attuale situazione del lavoro minorile è preoccupante. I bambini sono stati più duramente colpiti dalle conseguenze socioeconomiche del COVID-19 degli altri. L’organizzazione dell’Onu stima che 100 milioni di bambini in più siano caduti in povertà dall’inizio della pandemia. Con l’aumento del tasso di povertà infantile, aumenta anche il rischio di lavoro minorile.
Per la prima volta dal 2000 il numero di bambini coinvolti nel lavoro minorile è aumentato fino a raggiungere circa 1 bambino su 10 nel mondo. Circa la metà di questi bambini è impegnata in lavori pericolosi che possono causare danni fisici ed emotivi. Un numero allarmante di bambini che lavorano è estremamente giovane. Nel 2020 c’erano 16,8 milioni di bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni in più coinvolti nel lavoro minorile rispetto al 2016.
Le conseguenze del lavoro minorile sui bambini sono devastanti – con effetti a catena che possono durare tutta la vita. Il lavoro minorile viola il diritto di ogni bambino a essere un bambino e crescere libero da sfruttamento, abuso e violenza. Compromette anche l’istruzione dei bambini e limita le loro opportunità future, rafforzando i cicli di povertà. Proprio per quanto riguarda l’istruzione si registra che lo strumento della didattica a distanza purtroppo non è stata una soluzione alla portata di tutti. In tanti Paesi del mondo i bambini, e soprattutto le bambine, hanno perso molte ore di scuola, perché non hanno avuto accesso agli strumenti tecnologici per seguire le lezioni da remoto. Prima del COVID19 andavano a scuola, ma negli ultimi due anni non hanno avuto altra scelta che abbandonare gli studi e aumentare il loro lavoro in strada.
“Il rapporto mostra quanto i bambini stiano soffrendo per le conseguenze della pandemia”, ha dichiarato Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes Italia e rappresentante del Consiglio internazionale della Federazione. “Il benessere dei bambini è fortemente minacciato dalle conseguenze della pandemia. Nelle regioni del mondo in cui siamo presenti, vediamo un aumento allarmante dello sfruttamento del lavoro minorile. La comunità internazionale deve impegnarsi concretamente con misure che permettano ai più poveri di convivere con le conseguenze del COVID-19 e di riavere accesso all’offerta economica e all’assistenza sociale”.
Per Catherine Russell, Direttore generale dell’UNICEF ”la strada migliore per prevenire il lavoro minorile è investire in programmi di protezione sociale che possono aiutare le famiglie a superare le crisi. Per la maggior parte delle famiglie che affrontano crisi economica e instabilità, far lavorare un bambino è l’ultima scelta – che viene fatta solo quando non ci sono altre possibilità di sopravvivenza. Queste famiglie hanno bisogno di supporto diretto per aiutarle a superare le tempeste senza far lavorare i bambini. I programmi di protezione sociale sono una chiave per ridurre le vulnerabilità che rendono il lavoro minorile l’unica possibilità. La risposta globale al COVID ha sottolineato l’efficacia dei sussidi per le famiglie e i bambini e la rapidità con cui possono essere incrementati. Oltre 3.000 programmi di protezione sociale sono stati ampliati in quasi tutti i paesi nel mondo”.
Nelle prossime settimane l’UNICEF Italia presenterà le attività dell’Osservatorio per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile, coordinato dal prof. Domenico Della Porta, docente straordinario di Medicina del Lavoro.