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VE Day: decine di Paesi tra cui Italia, “no a distorsioni della storia”

Piccadilly Square at VE Day, May 08, 1945. Photo by Sgt. James A. Spence

NEW YORK, 8 MAGGIO – In occasione del “VE Day”, l’anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Europa, decine di Paesi si sono uniti in un messaggio congiunto che, respingendo “gli sforzi della Federazione Russa di distorcere la storia”, afferma che “lo Stato di diritto non deve essere sostituito dalla legge della forza”.

“L’8 maggio le nazioni di tutto il mondo commemorano la vittoria sul Nazismo. Nel giorno della fine della Seconda guerra mondiale in Europa rendono anche omaggio a milioni di eroi e vittime che non hanno vissuto fino al Giorno della Vittoria”, si legge nel messaggio firmato dalle Rappresentanze permanenti di Albania, Andorra, Australia, Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Canada, Croazia, Repubblica di Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Guatemala, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Isole Marshall, Monaco, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Palau, Polonia, Portogallo, Repubblica di Corea, Repubblica di Moldova, Romania, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea.

I Paesi firmatari uniscono il loro tributo a eroi e vittime del conflitto a una forte condanna del regime totalitario nazista, con la sua disumanità, aggressione, dittatura e repressione. Ricordano inoltre che per molti Paesi europei la fine della Seconda guerra mondiale non ha portato la libertà, ma piuttosto una maggiore oppressione con conseguenti politiche repressive, continue violazioni e abusi dei diritti umani e ulteriori crimini contro l’umanità ispirati da ideologie totalitarie.

“Le Nazioni Unite sono state istituite per salvare le generazioni successive dal flagello della guerra. È allarmante che oggi una vera e propria guerra di aggressione e una conseguente catastrofe umanitaria e di rifugiati siano tornate in Europa. Dal 24 febbraio 2022, quando la Federazione Russa ha lanciato una nuova ondata di aggressione contro l’Ucraina, le realtà sul campo hanno fatto rivivere il ricordo delle atrocità della Seconda guerra mondiale. Le conseguenze dell’ulteriore invasione russa sono state terribili, non solo per la popolazione ucraina, ma per quella di tutto il mondo. Condanniamo con la massima fermezza la violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, qualsiasi attacco diretto contro i civili in quanto tali e altre persone e oggetti civili protetti, e chiediamo il pieno rispetto e la protezione degli oggetti indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile e delle infrastrutture civili”, si legge nel messaggio.

I Paesi firmatari prendono quindi atto “dei cinici tentativi di appropriarsi e sfruttare la memoria della vittoria sul nazismo e di usarla per giustificare questa invasione su larga scala dell’Ucraina. Respingiamo con forza i continui sforzi della Russia di distorcere la storia per i propri scopi politici e per promuovere una falsa narrativa e la disinformazione sui Paesi vicini, anche incitando all’odio etichettando gli altri come ‘neofascisti’ e ‘neonazisti'”.
Non dobbiamo dimenticare l’eroismo dimostrato nella lotta per la liberazione dell’Europa.

Evocando la storia comune e rimandando al diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, i firmatari si impegnano a sostenere la pace e la sicurezza, a difendere i diritti umani, le libertà fondamentali, lo Stato di diritto e a condannare con forza il nazismo, il neonazismo, l’antisemitismo, il razzismo anti-rom e altre forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza: “Non dobbiamo permettere che lo Stato di diritto sia sostituito dalla legge della forza e dobbiamo contrastare qualsiasi tentativo di modificare con la forza i confini internazionalmente riconosciuti degli Stati sovrani – una lezione tratta dalla storia della Seconda guerra mondiale”. (@OnuItalia)

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