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Italia-Iraq: parte progetto con ONU per donne vittime di violenza in Kurdistan

BAGHDAD, 15 APRILE – La sicurezza, la protezione e il benessere delle donne sopravvissute alla violenza di genere nella regione del Kurdistan iracheno sono al centro di una nuova iniziativa dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) con le Nazioni Unite. Lo riferisce l’ambasciata d’Italia a Baghdad.

Il partenariato è stato raggiunto dal governo italiano con UN Women e Unfpa. Il progetto intende fare “leva sulle strutture esistenti e sugli sforzi in atto per integrare una prospettiva di genere”, per “contribuire a favorire l’accesso a servizi di protezione di qualità per le vittime di violenza, incluso il sostegno psicologico e sociale” e “migliorare la gestione dei casi e la segnalazione ad altri servizi su richiesta delle sopravvissute”. Si punta inoltre a facilitare l’accesso alla giustizia attraverso procedure operative standard adottate dalle autorità giudiziarie e di polizia”, e a “rafforzare le competenze del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali iracheni, del Consiglio Supremo per le Questioni Femminili del Kurdistan e della Direzione Generale per la Lotta contro la Violenza sulle Donne, per l’attuazione delle politiche e la fornitura di servizi per il contrasto della violenza di genere.

Dina Zorba, rappresentante di UN Women in Iraq e in Yemen, ha ringraziato il governo italiano per “il generoso contributo alla lotta alla violenza di genere e alla disuguaglianza, e al miglioramento delle condizioni di sicurezza e benessere delle donne e delle ragazze sopravvissute alle violenze di genere nella regione del Kurdistan iracheno. Dal canto suo, l’ambasciatore d’Italia in Iraq Maurizio
Greganti, ha ribadito che il governo italiano “sostiene pienamente l’esigenza di fornire assistenza alle donne e alle ragazze vittime della violenza di genere con la massima urgenza tramite il ripristino dei servizi di base. E’ necessario – si legge nel comunicato – l’impegno di tutti per reintegrare le vittime nelle comunità di appartenenza e fornire un sostegno concreto per ricostruire le loro vite”. (@OnuItalia)

 

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