NEW YORK/ROMA, 30 MARZO – Quasi la metà di tutte le gravidanze nel mondo non sono intenzionali e la guerra in Ucraina potrebbe esacerbare ulteriormente quella che viene definita una “crisi dei diritti umani”. L’allarme arriva dall’Unfpa, l’agenzia dell’Onu per la salute riproduttiva, in un rapporto sullo stato della popolazione presentato contemporaneamente a New York e in varie capitali tra cui Roma.
Su 121 milioni di gravidanze indesiderate ogni anno – 331.000 al giorno – più del 60% finisce con l’aborto, di cui quasi la metà non sono sicuri, si legge nel nuovo rapporto dell’agenzia dell’ONU. Il dossier non riguarda “bambini indesiderati o incidenti felici”, ma una combinazione di disuguaglianza di genere, povertà, violenza sessuale e mancanza di accesso alla contraccezione e all’interruzione di gravidanza, che hanno derubato le donne della “scelta riproduttiva che più altera la vita, ossia se rimanere incinta o meno”. La guerra in Ucraina e altri conflitti contribuiranno ad aumentare in modo “sbalorditivo” questi numeri, si afferma nel rapporto.
“Abbiamo sentito storie di donne incinte le quali sapevano che dal punto di vista nutrizionale non sarebbero state in grado di sostenere la loro gravidanza” in Ucraina, ha spiegato la direttrice esecutiva di Unfpa, Natalia Kanem. E poi “ci sono predatori, trafficanti e altre persone che vedono la tragedia della guerra come un’opportunità per prendere di mira donne e ragazze”.
A Roma, dove il rapporto “Vedere l’invisibile. Le ragioni per affrontare la crisi trascurata delle gravidanze indesiderate” e’ stato presentato in un incontro promosso dall’Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (AIDOS), la vice ministra degli Esteri Marina Sereni ha espresso “la solidarieta’ dell’Italia alle donne e alle ragazze ucraine che vivono giorni di indicibile sofferenza, vittime di un conflitto che non sta risparmiando loro le più gravi violazioni dei loro diritti, ma anche alle donne e ragazze in Afghanistan, che dopo l’annuncio delle autorità de facto della chiusura delle scuole secondarie, vedono negato il loro diritto fondamentale come quello all’istruzione”.
Niente è più fondamentale per l’autonomia corporea della capacità di decidere se avere o meno una gravidanza. Eppure, per troppe donne, la possibilità riproduttiva che più incide sulla vita non è affatto una scelta, ha commentato AIDOS, secondo cui il nuovo rapporto UNFPA rivela la portata e l’impatto di questa crisi trascurata, evidenziando con dati e fatti aggiornati l’impatto delle gravidanze indesiderate sulle società, sui paesi e sullo sviluppo globale in generale.
Sereni ha aggiunto che occorre costruire una società dove ciascuna gravidanza sia desiderata e ogni parto sia sicuro: “Il Rapporto UNFPA pone in evidenza la connessione tra il rispetto dei diritti umani e l’esercizio della libera scelta di ciascuna donna/ragazza su tutti quegli aspetti strettamente collegati alla gravidanza. Questi temi – ha proseguito – costituiscono una priorità dell’azione internazionale dell’Italia”.
Alla presentazione italiana del rapporto sono intervenuti, oltre alla Sereni, Mariarosa Cutillo, Chief of Strategic Partnerships di Unfpa; Valeria Fedeli del Gruppo di lavoro parlamentare “Salute globale e diritti delle donne” e la Presidente di Aidos Maria Grazia Panunzi. Ha coordinato l’evento Eleonora Cirant, giornalista, esperta in salute sessuale e riproduttiva. (@OnuItalia)