ROMA, 16 FEBBRAIO – L’Italia quest’anno triplicherà il suo impegno finanziario internazionale per far fronte ai cambiamenti climatici, raggiungendo circa 1,5 miliardi di dollari all’anno fino al 2026. LO ha detto, in risposta alla minaccia che il cambiamento climatico rappresenta per le popolazioni rurali, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, intervenedo oggi a Roma al Consiglio dei Governatori dell’IFAD.
“Il cambiamento climatico, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità rappresentano una minaccia immediata per le risorse naturali, così come per la vita e i mezzi di sussistenza delle popolazioni rurali”, ha detto Franco: “I sistemi alimentari risentono fortemente degli shock climatici in rapido aumento. I loro effetti sono più gravi per le comunità rurali povere ed emarginate che pur essendo le più colpite, sono quelle che contribuiscono meno a tali fenomeni”. Secondo l’Italia, invertire queste tendenze richiede soluzioni innovative: “Dobbiamo evitare che i progressi fatti all’interno dell’Agenda 2030 siano resi vani, a tal fine il Fondo svolge un ruolo chiave”.
Dalla riunione, a cui partecipano 177 Stati membri del Fondo, i leader mondiali hanno lanciato un appello per investimenti urgenti e innovativi che aiutino le comunità rurali dei paesi più poveri del mondo ad adattarsi al cambiamento climatico. I leader hanno sottolineato in particolare la vulnerabilità dei piccoli agricoltori ai gravi eventi meteorologici, come le tempeste che hanno devastato il Madagascar nelle ultime settimane uccidendo almeno 121 persone e distruggendo più di 176.000 ettari di terreno.
Il Consiglio dei Governatori è il principale organo decisionale del Fondo. Nei prossimi 3 anni, l’IFAD dedicherà almeno il 40% delle sue risorse principali ai finanziamenti per il clima e attualmente sta mobilitando 500 milioni di dollari per il suo fondo climatico ASAP+ che vuole essere il più grande fondo per il clima dedicato ai piccoli produttori.
Aprendo i lavori, il Presidente dell’IFAD, Gilbert F. Houngbo, ha sottolineato che i piccoli produttori sono colpiti duramente da una crisi che non hanno creato, eppure attualmente ricevono solo l’1,7% dei finanziamenti per il clima. Il cuore del problema è l’iniquità. “La pandemia e il cambiamento climatico hanno messo a nudo la vulnerabilità dei piccoli produttori e la situazione di iniquità per cui le persone che producono un terzo del cibo del mondo ricevono solo sei centesimi per ogni dollaro di prodotto che generano”, ha detto. “Non c’è sostenibilità o resilienza senza una maggiore equità”.
Parlando da una nazione insulare che è stata colpita da 14 cicloni dal 2016 ad oggi, Aiyaz Sayed-Khaiyum, Primo Ministro ad interim delle Figi, ha sottolineato la vulnerabilità degli agricoltori di fronte a situazioni climatiche estreme: “Diciamo spesso che le nostre nazioni sono in prima linea nel cambiamento climatico. Le nostre comunità rurali sono la prima linea del fronte”.
Molte di queste soluzioni richiedono l’accesso alla finanza, secondo la Regina d’Olanda Máxima Zorreguieta Cerruti d’Orange-Nassau, Rappresentante Speciale del Segretario Generale per la finanza inclusiva per lo sviluppo (UNSGSA). “L’agricoltura impiega due terzi delle popolazioni dell’Africa sub-sahariana e rappresenta quasi un terzo del PIL. Eppure i piccoli produttori rurali sono sistematicamente sotto finanziati – e lo sono ancora di più dopo la pandemia”. (@OnuItalia)