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San Valentino: Italia con UNFPA contro matrimoni precoci e forzati

NEW YORK, 13 FEBBRAIO – Alla vigilia del giorno di San Valentino, la Rappresentanza italiana all’Onu rilancia la campagna dell’UNFPA contro i matrimoni precoci e forzati.

“L’Italia e’ con l’UNFPA in questa iniziativa”, ha ribadito su Twitter la missione italiana con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno globale – una ragazza su cinque si sposa prima di 18 anni – ma che investe in particolare i paesi in via di sviluppo dove questa proporzione raddoppia a circa il 40%. “Nel giorno di San Valentino aiutate le ragazze in tutto il mondo a dire di no ai matrimoni infantili”, ha chiesto UNFPA su Twitter.

Ogni anno, 12 milioni di ragazze si sposano prima del diciottesimo compleanno. Se non si accelerano i passi avanti verso l’obiettivo di sviluppo sostenibile di porre fine a questa pratica dannosa entro il 2030, il mondo vedrà più di 150 milioni di spose bambine.

Radicato nella povertà e nella disuguaglianza di genere, il matrimonio infantile crea enormi problemi per la salute e il benessere di una adolescente. Il corpo potrebbe non essere pronto per la gravidanza; nei paesi in via di sviluppo, le complicazioni della gravidanza e del parto sono la principale causa di morte per le ragazze dai 15 ai 19 anni che sono anche a rischio di infezioni sessualmente trasmissibili, violenza domestica e isolamento sociale e che abbandonano la scuola, il che limita la loro capacità di guadagnare un reddito, spiega l’agenzia dell’Onu sul sui sito online.

E’ dal giorno di San Valentino 2015 che l’UNFPA invita la comunità internazionale a dire #IDONT per mostrare sostegno alle ragazze di tutto il mondo che dicono “lo voglio” contro la loro volontà. “Il matrimonio infantile è una violazione dei diritti umani che nega a una ragazza la sua autonomia corporea. Segna la fine dell’infanzia e della scelta quando il matrimonio dovrebbe essere l’alba di un nuovo inizio. È un’immagine di sogni infranti quando il matrimonio dovrebbe essere un simbolo di speranza”. (@OnuItalia)

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