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Siria: bambini detenuti e dimenticati, UNICEF invoca immediata liberazione

Foto Unicef

ROMA, 28 GENNAIO – ”Abbiamo ricevuto rapporti estremamente preoccupanti su decessi di bambini nella struttura di detenzione militare di Ghwayran, ad al-Hasakah, nel nord-est della Siria. Siamo anche profondamente preoccupati dalle notizie secondo cui i bambini intrappolati all’interno della struttura potrebbero essere costretti a svolgere parte attiva negli scontri in corso tra i detenuti e le forze di sicurezza”: lo ha detto la direttrice generale dell’UNICEF Henrietta Fore chiedendo che siano immediatamente messi in salvo.
In quella che appare come un’altra guerra dimenticata, o addirittura considerata finita, l’UNICEF ricorda che ”quasi 850 bambini, alcuni anche di 12 anni, sono attualmente detenuti nel nord-est della Siria, la maggior parte di loro è tenuta nella struttura di Ghwayran. La maggior parte di questi bambini sono ragazzi siriani e iracheni, mentre il resto sono di altre 20 nazionalità. Nessuno di loro è stato accusato di alcun crimine secondo il diritto nazionale o internazionale. I figli di cittadini stranieri hanno ricevuto poco o nessun sostegno dai loro paesi d’origine”, accusa Fore sottolineando che ”questi bambini non avrebbero mai dovuto essere tenuti in detenzione militare. La violenza a cui sono sottoposti potrebbe costituire un crimine di guerra”.

L’UNICEF è da tempo preoccupato per i bambini detenuti in questa struttura a causa delle pessime condizioni fisiche generali, dei servizi limitati, del sovraffollamento e della mancanza di cure sanitarie appropriate. I bambini hanno pochi o nessun contatto con le loro famiglie, non hanno accesso all’istruzione e affrontano un destino incerto.

”Chiediamo  – dice UNICEF -a tutte le parti e a coloro che esercitano un’influenza su di esse di rispettare le loro responsabilità di proteggere i civili e le persone vulnerabili, e di dare priorità alla sicurezza di tutti i bambini all’interno della prigione di Ghwayran e nella città di Hasakah. In particolare:

• Chiediamo a tutte le parti nel nord-est della Siria di garantire la protezione fisica e il benessere dei bambini presenti nella struttura di detenzione, così come i bambini nelle aree circostanti. Qualsiasi misura per ripristinare la calma nella struttura di detenzione dovrebbe essere regolata da un uso misurato della forza. Durante le ostilità, le parti devono adottare tutte le precauzioni possibili
• Chiediamo anche a tutte le parti di raggiungere una soluzione negoziata che metta fine alle sofferenze inutili e alla perdita di vite umane, soprattutto per quei bambini che hanno già vissuto anni di conflitto armato. Un primo passo dovrebbe essere quello di aprire un corridoio sicuro che permetta agli umanitari e ad altri soggetti di accedere ed evacuare i bambini nella struttura di detenzione, al fine di fornire loro le cure urgenti e la protezione di cui hanno bisogno. I bambini e le persone fuori dai combattimenti, compresi i malati e i feriti, hanno diritto alla protezione e all’assistenza umanitaria.
• Esortiamo gli attori che attualmente controllano la struttura di detenzione e le autorità detentrici di rilasciare incondizionatamente tutti i bambini, a partire dai più piccoli e da quelli con urgenti necessità mediche e di altro tipo.
• Se e quando i bambini saranno evacuati in un luogo sicuro, agli attori umanitari, senza alcuna distinzione, dovrebbe essere garantito un accesso continuo e senza ostacoli ai bambini per cure e assistenza di emergenza.
• Chiediamo anche agli Stati membri di fare tutto ciò che è in loro potere per rimpatriare i bambini loro cittadini o nati da loro cittadini, in linea con gli standard internazionali di protezione dei bambini e dei diritti umani. Gli Stati membri che possono supportare questi interventi dovrebbero farlo. Il tempo di agire è scaduto da molto“.

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