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Centro Pio La Torre riconosciuto all’ECOSOC per lotta al cybercrime

PALERMO, 22 GENNAIO – Il Centro Pio La Torre ha ottenuto lo Status Speciale Consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite a dimostrazione che le idee ed il lavoro del politico e sindacalista siciliano sono sempre più attuali: attento ai bisogni dei lavoratori, pacifista, abile politico nella ricerca di soluzioni legislative che hanno fatto la storia italiana.

Pio La Torre e’ ricordato oggi per il suo impegno contro la mafia. Fu assassinato nel 1982 per ordine di alcuni capi dell’organizzazione criminale tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano. Sulla base di una proposta di legge da lui presentata nel 1982 fu promulgata la legge “Rognoni-La Torre” che introdusse nel codice penale l’art. 416-bis: prevedeva per la prima volta nell’ordinamento italiano il reato di “associazione di tipo mafioso” e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita.

“Oggi dopo 40 anni il ‘territorio’ in cui ci muoviamo è sempre più piccolo ma più complesso, più bisognoso di reti e di cooperazione tra le organizzazioni che promuovono i valori della solidarietà, dell’uguaglianza, della legalità e della cittadinanza”, afferma il Centro sul suo sito online.

Questa riflessione ha portato i soci del Centro,  costituito nel 1986, a richiedere e ottenere il riconoscimento dell’ONU che lo ammette, in quanto attore di “utilità internazionale”, a partecipare formalmente alle riunioni delle Nazioni Unite, a contribuire a posizioni di advocacy ed attività di lobbying internazionali e fornisce l’opportunità di fare rete con altre ONG su argomenti di comune interesse.

Il primo passo del Centro è stata la registrazione per la partecipazione al “Ad Hoc Committee to Elaborate a Comprehensive International Convention on Countering the Use of Information and Communications Technologies for Criminal Purposes”.  Si tratta di un Comitato che discuterà, nei prossimi due anni, delle strategie per combattere l’utilizzo criminale della tecnologia.  Il “cybercrime o computer crime”, come comunemente viene indicato, è sempre più strumento per la criminalità organizzata per i raggiungimento dei propri scopi criminali come risulta da diversi studi  (sfruttamento e abuso online di ragazze e ragazzi; i black cyber markets – per l’acquisto e la vendita di droghe illecite e armi da fuoco; attacchi ransomware – bloccare un dispositivo e chiedere un riscatto per ripristinarne l’accesso; trafficanti di esseri umani che utilizzano i social network per attirare vittime; etc). (@OnuItalia)

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