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Agenda 2030: in rapporto ASVIS prestazione dell’Italia mediocre (anche a causa Covid)

ROMA, 23 DICEMBRE  – Come si sta avvicinando l’Italia agli Obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dall’Agenda dell’ONU 2030? Quali sono le criticità e quali i passi avanti compiuti? Il Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che ogni anno stila una relazione sullo stato di raggiungimento degli Obiettivi  in Italia e nel mondo, la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto negativo enorme, rallentandone ovunque il progresso.
Se nel complesso l’Unione Europea si riconferma leader mondiale delle politiche per lo sviluppo sostenibile, l’Italia mostra tuttavia una situazione alquanto preoccupante. I dati disponibili evidenziano come il progresso del Paese sia stato notevolmente ritardato dal dilagare del virus. La situazione dell’Italia rimane grave e i dati mostrano come il raggiungimento degli Obiettivi sia stato messo seriamente a rischio. In base agli indicatori, è emerso che tra il 2019 e il 2020 il nostro Paese:
è migliorato solo per tre obiettivi, relativi a sistema energetico (n.7), lotta al cambiamento climatico (n.13) e giustizia e istituzioni solide (n.16);
– è rimasto stabile relativamente ad alimentazione e agricoltura sostenibile (n.2), acqua (n.6) e innovazione (n.9);
– è peggiorato in ben nove obiettivi: povertà (n.1), salute (n.3), educazione (n.4), uguaglianza di genere (n.5), condizione economica e occupazionale (n.8), disuguaglianze (n.10), condizioni delle città (n.11), ecosistema terrestre (n.15) e cooperazione internazionale (n.17).
Quanto agli obiettivi consumo e produzione responsabili (n.12) e vita sott’acqua (n.14), è stato deciso che il 2020 non sarebbe stato calcolato a causa dell’assenza di informazioni disponibili.
Per quanto concerne l’andamento dell’Italia nell’arco temporale che va dal 2010 al 2020:
– l’Italia migliora in cinque Obiettivi (o Goal): salute (Goal 3), uguaglianza di genere (Goal 5), sistema energetico (Goal 7), innovazione (Goal 9) e lotta al cambiamento climatico (Goal 13);
– per i seguenti cinque, invece, la situazione peggiora: povertà (Goal 1), acqua (Goal 6), condizione economica e occupazionale (Goal 8), ecosistema terrestre (Goal 15) e cooperazione internazionale (Goal 17);
– per gli ultimi cinque presi in esame, ovvero alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), educazione (Goal 4), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11), giustizia e istituzioni solide (Goal 16), la condizione appare sostanzialmente invariata.
Facendo quindi un confronto con i 16 indicatori compositi, per i quali è stato possibile effettuare l’analisi con gli altri Paesi europei, l’Italia risulta essere sotto la media dell’Unione Europea in 10 casi (Goal 1, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 16 e 17), allineata in 3 (Goal 3, 13 e 15) e al di sopra in 3 (Goal 2, 7 e 12).
Par aiutare l’azione del Governo e delle istituzioni, il Rapporto include un elenco di proposte trasversali da attuare con urgenza. In primis, ricorda l’importanza di realizzare i 21 Target dell’Agenda 2030 che l’Italia si era impegnata a raggiungere entro il 2020 come parte delle priorità di tutte le forze politiche e del Paese nel suo complesso, per dare concretezza all’azione delle istituzioni pubbliche.
Infine queste alcune delle proposte segnalate: inserire in Costituzione il Principio di sviluppo sostenibile, basato sul Principio di giustizia intergenerazionale; definire con chiarezza la responsabilità della Presidenza del Consiglio nel sovraintendere all’attuazione complessiva dell’Agenda 2030 in Italia; aggiornare la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), in coerenza con le proposte formulate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con il Programma Nazionale di Riforma (PNR); assumere gli impegni internazionali sul contrasto ai cambiamenti climatici e perdita di biodiversità come guida delle politiche nazionali.

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