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COP26: Draghi punta a pre-accordo al G20 dei leader

ROMA, 26 OTTOBRE – Con la COP26 di Glasgow alle porte e tra l’allarme sollevato da piu’ parti di un rischio di fallimento della conferenza globale sul clima, il premier italiano Mario Draghi punta a un pre-accordo che al prossimo vertice dei leader del G20 metta insieme le parti, Cina inclusa, sull’obiettivo delle emissioni zero la cui deadline sembra allontanarsi sempre di piu’ via via che ci si avvicina all’atteso appuntamento co-organizzato da Regno Unito e Italia.

Se Pechino ha già annunciato che non parteciperà al vertice sul clima, il presidente Xi Jinping sarà invece, se pur in formato virtuale, al G20 di Roma rendendo possibile un confronto diretto con il Paese in testa alla ‘lista nera’ delle emissioni di gas serra, e lo stesso discorso vale per la Russia di Vladimir Putin.

Il vertice dei leader e’ il 30 e 31 ottobre. Glasgow si apre il primo novembre. Tra le nubi sul vertice che, dopo i rinvii dovuti alla pandemia, raccogliera’ il testimone dalla Conferenza di Parigi del 2015, si addensa la decisione dell’Australia, tra i principali paesi esportatori di carbone, di far slittare senza tappe intermedie al 2050 l’obiettivo di zero emissioni nette.

Non solo: l’Australia è tra i paesi che, secondo indiscrezioni filtrate sui media internazionali, starebbe lavorando, insieme a Giappone e Arabia Saudita, per annacquare gli obiettivi di Glasgow mentre le Nazioni Unite chiedono una risposta più decisa da parte dei leader della terra, pena il rischio di una catastrofe planetaria. Gli impegni nazionali, è scritto nell’Emission Gap Report dell’Onu, “potrebbero fare una grande differenza per le emissioni nette zero”, tuttavia “sono ancora troppo vaghi, in molti casi incompleti e incoerenti con la maggior parte degli obiettivi del 2030”.

L’accordo di Parigi, negoziato dai 197 Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), chiede di contenere il riscaldamento globale entro 1 grado e mezzo, ma la difficoltà sta nelle tappe necessarie per riuscirci e nei tempi.

Mario Draghi

“Senza il coinvolgimento delle maggiori economie mondiali – ha detto Draghi al termine del Vertice Ue della scorsa settimana – non potremo rispettare gli accordi di Parigi. L’Ue è responsabile di appena l’8% delle emissioni globali, ma i Paesi del G20 nel loro complesso ne producono circa tre quarti del totale. La crisi climatica può essere gestita solo se tutti i principali attori globali
decidono di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo”. (@OnuItalia)

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