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L’ambasciatore Giorgio Starace inizia il suo mandato a Mosca

ROMA, 14 OTTOBRE – L’Ambasciata d’Italia a Mosca ha un nuovo Capo Missione, l’Ambasciatore Giorgio Starace, che sostituisce il collega Pasquale Terracciano, in carica dal gennaio 2018. “Sono molto felice di assumere le funzioni di Ambasciatore d’Italia nella Federazione Russa a cui l’Italia è legata da una storica amicizia”. “È sempre un grande onore servire l’Italia”, ha proseguito il diplomatico italiano.

Di formazione accademica militare, l’ambasciatore Starace arriva in territorio russo dopo l’esperienza che lo ha visto dal 2017 a capo della missione italiana a Tokyo. Tra i suoi incarichi più recenti, i ruoli di rappresentante permanente presso l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) dal 2014 al 2017, Ambasciatore d’Italia ad Abu Dhabi dal 2010 al 2014, Consigliere Diplomatico presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali dal 2006 al 2010, Vice ambasciatore d’Italia a New Delhi dal 2002 al 2004 e Capo Ufficio stampa presso la rappresentanza permanente d’Italia all’ONU di New York dal 1999 al 2002.

“Le relazioni tra Italia e Federazione Russa – ha dichiarato l’Ambasciatore Starace – sono intense e vivaci in tutti i campi e spaziano dal versante politico a quello economico e culturale e già ci attende una fitta agenda di impegni. Questi legami poggiano su solide basi, grazie a secoli di storia comune che ci fornisce il quadro di riferimento per soluzioni condivise ed efficaci, ampliando gli spazi di collaborazione. Questa sarà la priorità della mia missione a Mosca”. La promozione del Sistema Paese da parte del plenipotenziario poggia infatti su solide basi commerciali e storico-culturali, nonostante le frizioni sul piano internazionale provocate dai recenti mandati di Vladimir Putin. In particolare, i dossier più delicati sulla scrivania dell’ambasciatore Starace riguarderanno l’Afghanistan, anche a causa del recente boicottaggio del G20 straordinario da parte del Presidente russo, e l’approvvigionamento energetico, a causa delle ambiziose riforme a contrasto del cambiamento climatico da parte dei paesi europei, ancora indissolubilmente legati alle tradizionali materie prime, quali il gas di cui la Russia è esportatrice primario, ma intenzionate a sostituirli con fonti a minore impatto ambientale. (@giorgiodelgallo)

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