ROMA/NEW YORK, 23 SETTEMBRE – Di fronte a un mondo in cui la pandemia e la recessione hanno spinto quasi 100 milioni di persone in povertà estrema, portando il totale degli affamati a 730 milioni “occorre promuovere diete sane che tutelino le culture alimentari tradizionali, essendo consapevoli che non c’è un’unica soluzione per problemi diversi”: lo ha detto il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi intervenendo al primo summit dell’Onu sui sistemi alimentari volto dal Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres ai margini dell’Assemblea Generale.
La “Food Coalition” che l’Italia e l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) hanno promosso lo scorso anno ha esattamente lo stesso obiettivo: “Vogliamo avviare un’azione coordinata a livello mondiale in materia di sicurezza alimentare e nutrizione in risposta al COVID-19” anche facendo leva sul sistema delle Nazioni Unite e le sue agenzie con sede a Roma che svolgono un ruolo chiave nella lotta contro la fame globale.
Il vertice era stato aperto da Guterres che con l’iniziativa si e’ proposto di cambiare i sistemi alimentari per ridurre non solo la fame, ma anche le malattie legate alla malnutrizione e i danni al clima e all’ambiente. Gli attuali sistemi alimentari “generano un terzo delle emissioni serra”, ma e’ ora di smettere di “fare la guerra al nostro pianeta”, ha detto il Segretario Generale invitando ad adottare “metodi di consumo e produzione sostenibili e soluzioni basate sulla natura”.
Il vertice – dove gli Usa hanno ribadito l’impegno da 10 miliardi contro la fame promesso da Joe Biden – è stato boicottato da centinaia di organizzazioni della società civile, accademici e movimenti sociali, nonché da gruppi rappresentanti migliaia di produttori agricoli di piccole dimensioni e comunità indigene che producono il 70% del cibo mondiale attraverso l’agricoltura sostenibile: a loro avviso, l’agenda del summit è stata condizionata da una opaca rete di interessi aziendali che ormai controllano quasi tutta la filiera produttiva e distributiva. (@OnuItalia)