MILANO/GINEVRA, 20 AGO – Il messaggio “alla cancelliera Merkel e agli altri leader con cui sto parlando in questi giorni è: aiutate l’Afghanistan e anche noi che siamo sul campo, dandoci i mezzi per continuare ad aiutare chi resta nel Paese”. Lo dice, in un’intervista a Paolo Valentino del Corriere della Sera, l’Alto Commissario ONNu per i rifugiati, Filippo Grandi.
“C’è grande fluidità nella situazione, che resta fragile e rischiosa. L’ingresso dei Taleban a Kabul sabato scorso non era stato previsto da nessuno, a mio giudizio neanche da loro stessi. Stanno ancora prendendo il controllo”, ha detto Grandi, secondo cui l’evacuazione di collaboratori e persone legate ai Paesi occidentali, dovuta e legittima, è stata organizzata in modo improvvisato, creando ulteriore panico. Molta dell’agitazione che vediamo nei resoconti mediatici è dovuta al caos di questa operazione”.
Grandi ha parlato di un pragmatismo “da parte dei nostri interlocutori fra i talebani”. Ci sono stati senz’altro “brutti episodi di violenza, sopruso e caccia all’uomo. Ma noi dobbiamo tener conto dei messaggi ricevuti. Per questo abbiamo scelto di restare”. Su temi come la possibilità per le bambine di andare a scuola o per le donne di lavorare UNHCR ha avuto assicurazioni non del tutto negative: “Ma se non siamo lì, se non trattiamo e non abbiamo le risorse non potremo mai accertarlo né ottenerlo”.
Grandi non considera imminente il rischio di nuove ondate
migratorie verso l’Europa: “Occorre aspettare per vedere come
gli afghani reagiranno”. Ma “ogni esodo sarebbe in primo luogo
regionale: Pakistan, Iran, forse Tagikistan. In quel caso se gli
aiuti a questi Paesi non fossero consistenti, allora sarebbe
forte il rischio che i movimenti continuino verso l’Europa”. (@OnuItalia)