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Afghanistan: appello del terzo settore, “ponti aerei senza esclusioni”

ROMA, 20 AGOSTO – Ponti aerei senza esclusioni per chi deve fuggire dall’Afghanistan caduto nelle mani dei Talebani. Lo chiede il Terzo Settore al premier Mario Draghi in un appello che in questi giorni sta raccogliendo migliaia di adesioni sulla piattaforma messa a disposizione da change.org.

Hanno aderito esponenti della solidarieta’ internazionale, del giornalismo e della cultura, parlamentari, attivisti per i diritti ed esponenti di amministrazioni locali. “In questo frangente l’urgenza è umanitaria, si tratta di salvare persone in fuga. In queste ore, il ministero della Difesa e il governo italiano sono impegnati a evacuare chi ha lavorato con l’Italia e le loro famiglie. È un dovere morale aiutare chi ci ha aiutato, e il governo è impegnato a fare fronte a questa responsabilità”, si legge nell’appello.

“È evidente però che il rischio di ritorsioni, vendette, discriminazioni non è limitato solo a chi in questi anni ha lavorato con gli alleati della NATO: oggi a rischio sono i principali oppositori del regime totalitario e del pensiero integralista dei talebani, le donne, le minoranze e le voci libere della società civile e del giornalismo, chi ha lavorato per un’Afghanistan diverso nelle scuole, nella sanità, nella società. L’attenzione del nostro paese e dell’Europa verso l’Afghanistan non può essere condizionata dalla fine della presenza militare internazionale”, affermano i firmatari che chiedono che l’Italia e l’Europa si impegnino per una evacuazione immediata senza esclusioni, accogliendo subito tutti quelli che scappano dai talebani: le donne single o sole con figli, le ragazze e persone LGBT+, le persone anziane senza rete di protezione, le attiviste e attivisti per i diritti umani, le giornaliste e i giornalisti, gli insegnanti, gli studenti, le operatrici e gli operatori sanitari e sociali e chi ha lavorato in programmi umanitari e di sviluppo con le organizzazioni internazionali. “Per tutte queste persone c’è la possibilità di sfuggire ora alle violenze che le attendono in un regime integralista e intollerante. Va organizzata l’evacuazione immediata di chi è in serio pericolo, senza esclusioni. Tra qualche settimana potrebbe non essere più possibile”, si afferma su change.org.

Primo firmatario dell’appello è Luigi Manconi, presidente di A buon diritto e già presidente della commissione diritti umani del Senato, che ne ha ripreso ieri contenuti e proposte nel suo articolo in prima pagina su La Stampa. “L’Europa e l’Italia si preparino per una politica di corridoi umanitari nei confronti dei rifugiati provenienti dall’Afghanistan. L’Europa dovrà essere anche pronta per aiutare i paesi vicini che saranno investiti da ondate di profughi. Sarebbe vergognoso se alcuni paesi europei riproponessero atteggiamenti carichi di egoismo e indifferenza opponendosi al dovere di accogliere i profughi afghani”, si legge nell’appello che chiede all’Italia di mantenere un presidio diplomatico per facilitare le richieste di asilo dei cittadini e delle cittadine afghane: “La sua chiusura significherebbe una sconfitta e l’abbandono di chi ha bisogno di veder protetta la personale incolumità e quella dei propri cari”. (@OnuItalia)

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