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23 Dicembre 2024

Servizi per l’infanzia inaccessibili anche in molti paesi ricchi, dice nuovo rapporto UNICEF

ROMA, 18 GIUGNO – Un nuovo rapporto dell’UNICEF lanciato oggi si occupa stavolta dei bambini nei paesi ricchi: l’agenzia dell’Onu afferma che i servizi per l’infanzia di qualità a costi contenuti sono inaccessibili in molti dei paesi più ricchi del mondo. Lussemburgo, Islanda, Svezia, Norvegia e Germania si collocano ai primi posti per quanto riguarda i servizi per l’infanzia tra i paesi ad alto reddito. Slovacchia, Stati Uniti, Cipro, Svizzera e Australia occupano i posti più bassi.
”Where Do Rich Countries Stand on Childcare?” pubblicato dall’Ufficio di Ricerca UNICEF Innocenti – classifica i paesi dell’OCSE e dell’Ue sulla base delle loro politiche nazionali di servizi per l’infanzia e di congedo parentale. Queste politiche includono l’accesso dei bambini ai servizi,l’accessibilità economica e la qualità dei servizi per l’infanzia dalla nascita all’età scolare.attività fisica
L’ITALIA si colloca 15esimo  posto su 41 paesi esaminati, 28esimo per i congedi parentali retribuiti e per l’accesso dei bambini ai servizi per l’infanzia, 14esimo per la qualità dei servizi, ma primo per l’accessibilità economica, insieme a Cile e Malta.
”Per dare ai bambini il miglior avvio alla vita, dobbiamo aiutare i genitori a costruire un ambiente stimolante e amorevole, che è fondamentale per l’apprendimento, il benessere emotivo e lo sviluppo sociale dei bambini”, ha spiegato Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF. ”Gli investimenti dei Governi in politiche per la famiglia, fra cui l’assistenza all’infanzia, assicurano che i genitori abbiano il tempo necessario, le risorse e i servizi di cui hanno bisogno per supportare i loro figli ad ogni passo del loro sviluppo”.
I paesi che occupano i posti più alti nella classifica del rapporto uniscono l’accessibilità economica alla qualità dell’assistenza all’infanzia organizzata. Allo stesso tempo, offrono congedi lunghi e ben retribuiti sia alle madri che ai padri, dando ai genitori la possibilità di scegliere come prendersi cura dei propri figli.
I congedi parentali retribuiti, per madri e padri, consentono ai genitori di legare con i propri figli, supportare lo sviluppo sano del bambino, abbassare la depressione materna e aumentare l’uguaglianza di genere. Tuttavia, il rapporto mostra che meno della metà dei paesi offrono almeno 32 settimane di congedo parentale totalmente retribuito alle madri. Quando viene offerto congedo parentale ai padri – sempre notevolmente più breve – pochi ne usufruiscono a causa di ostacoli professionali e culturali, ma questa tendenza sta cambiando.
La mancanza di servizi per l’infanzia economicamente accessibili rappresenta un ostacolo fondamentale per i genitori, aggravando le disuguaglianze socioeconomiche all’interno dei paesi stessi. Nelle famiglie ad alto reddito, quasi la metà dei bambini sotto i 3 anni riceve istruzione e cure per la prima infanzia, rispetto a meno di 1 bambino su 3 nelle famiglie a basso reddito. In Irlanda, Nuova Zelanda e Svizzera, una coppia con un reddito medio dovrebbe spendere tra un terzo e la metà di uno stipendio per pagare i servizi per l’infanzia per due bambini. Mentre la maggior parte dei paesi ricchi sovvenziona fortemente i servizi l’infanzia per le famiglie vulnerabili, i genitori single a basso reddito in Slovacchia, Cipro e negli Stati Uniti dovrebbero comunque pagare fino a metà del loro stipendio.
Il rapporto mostra infine che le chiusure nel campo dei servizi per l’infanzia causate dal COVID-19 hanno spinto le famiglie con bambini piccoli verso ulteriori circostanze difficili. Molti genitori hanno avuto difficoltà nel trovare un equilibrio nel prendersi cura dei propri figli e le responsabilità lavorative, mentre altri hanno perso il lavoro.
L’UNICEF chiede almeno 6 mesi di congedo parentale e accesso universale ai servizi per l’infanzia di qualità ed economicamente accessibili dalla nascita fino al primo anno di scuola di un bambino.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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