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Gaza-Israele: UNICEF quantifica orrore, coinvolti un milione di bambini

ROMA, 20 MAGGIO – Un milione di bambini a Gaza subiscono le conseguenze crescenti di un conflitto violento, senza un posto sicuro dove andare. Sono state perse vite e sono state distrutte famiglie”: la direttrice generale dell’UNICEF Henrietta Fore non usa mezzi termini nel descrivere ciò che sta accadendo tra Israele e Gaza dopo che il confitto si è riacceso violento alcune settimane fa. L’Agenzia dell’Onu per l’infanzia stima che a Gaza almeno 60 bambini sono stati uccisi e altri 444 sono stati feriti in meno di 10 giorni. Circa 30.000 bambini sono stati sfollati e 250.000 hanno bisogno di servizi di protezione e per la salute mentale. Inoltre almeno quattro strutture sanitarie e 40 scuole sono state danneggiate. Circa 48 scuole – la maggior parte gestite dall’UNRWA – vengono usate come rifugi d’emergenza per le famiglie.

La Striscia di gaza

I sistemi idrici e igienico-sanitari, già indeboliti, sono stati ulteriormente compromessi come risultato di quest’ultima escalation. Le infrastrutture essenziali, fra cui pozzi e serbatoi di acqua di falda, impianti di desalinizzazione e di trattamento delle acque reflue, reti di distribuzione dell’acqua e stazioni di pompaggio – hanno subito danni significativi. UNICEF stima che 325.000 persone abbiano bisogno di servizi idrici e igienico-sanitari di emergenza, senza i quali è più facile contrarre malattie infettive potenzialmente letali.
La capacità di energia elettrica in tutta Gaza è diminuita di circa il 60%, lasciando gli ospedali sempre più dipendenti dai generatori per garantire i servizi sanitari essenziali. Questi generatori richiedono quantità significative di carburante per funzionare. Qualsiasi riduzione della capacità di assistenza sanitaria potrebbe anche mettere a repentaglio le cure per i malati di COVID-19.

L’UNICEF chiede l’immediata cessazione delle ostilità per ragioni umanitarie per permettere l’ingresso del personale e degli aiuti essenziali, tra cui carburante, articoli medici, kit di primo soccorso e vaccini contro il COVID-19. Si devono inoltre stabilire corridoi umanitari in modo da poter portare questi aiuti in sicurezza, in modo che si ricongiungano le famiglie e possano accedere a servizi essenziali e in modo che i malati e i feriti possano essere evacuati.

”In ogni giorno di prosecuzione del conflitto – conclude Fore – i bambini negli stati di Palestina e Israele soffriranno. Questi bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco adesso, e di una soluzione politica a lungo termine al conflitto in generale. Meritano molto di più di questo ciclo orribile di violenze e paura che va avanti da troppo tempo”.

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