VIENNA, 17 MAGGIO – “L’Italia è in prima linea nei flussi migratori e rimane pienamente impegnata nella prevenzione e nella lotta” contro il traffico dei migranti, “in particolare nel Mediterraneo“, così come “nella tutela dei diritti umani dei migranti vittime del traffico, a partire dal diritto alla vita“. Lo ha detto oggi la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, a Vienna per la 30esima sessione della Commissione ONU per la prevenzione della criminalità.
La ministra ha aperto il suo intervento ricordando il giudice Giovanni Falcone e il ruolo della Convenzione di Palermo che, con il suo Protocollo Aggiuntivo contro il traffico di migranti, rappresenta il principale strumento giuridicioa livello globale per affrontare questo fenomeno: “Siamo fiduciosi che il meccanismo di revisione recentemente varato, fortemente sostenuto dall’Italia, contribuirà a renderli più efficaci”, ha aggiunto.
Ai margini della riunione della Commissione, Cartabia ha avuto due bilaterali, con la sua omologa austriaca, Alma Zadić, e con la Direttrice di UNODC Ghada Fathi Waly. Nell’intervento a titolo nazionale ha sottolineato che l’Italia, nel 2020, l’Italia ha coordinato le operazioni di salvataggio di oltre 25mila migranti ma “la dimensione dei flussi migratori richiede uno sforzo corale. La comunità internazionale deve intensificare i propri sforzi“.
“Organizzazioni criminali spietate sfruttano l’aspirazione naturale dei migranti a una vita migliore e li mettono seriamente a rischio. Tragedie continuano a verificarsi
nonostante i nostri sforzi”, ha notato Cartabia per la quale “c’è molto da fare, a partire dalla prevenzione”. “Questo è il motivo – ha spiegato – per cui valorizziamo e supportiamo le campagne di sensibilizzazione e i programmi dell’UNODC per affrontare le cause profonde e i fattori di spinta del traffico. La Convenzione di Palermo e relativo “Protocollo contro il traffico di migranti” rappresentano i principali strumenti giuridici a livello globale per affrontare questo fenomeno, e siamo fiduciosi che il meccanismo di revisione recentemente varato, fortemente sostenuto dall’Italia, contribuirà a renderli
più efficaci”.
Cartabia ha definito “essenziali” la cooperazione internazionale tra le autorità di contrasto e giudiziaria tra i paesi di origine, transito e destinazione. Non è un caso che
l’Italia promuova, in collaborazione con l’UNODC, “progetti innovativi volti a rafforzare la collaborazione con i Paesi africani nella lotta al traffico di migranti e ad altri reati
connessi, in particolare la tratta di persone”. Ma occorre anche fare altro: “dobbiamo anche rafforzare la nostra cooperazione giudiziaria. L’assegnazione in Italia di un magistrato di collegamento dalla Nigeria è stato particolarmente fruttuoso ed è stato replicato altrove. E’ stato pianificato il dispiegamento di ulteriori magistrati di collegamento dai Paesi africani in Italia e presto sarà concluso un accordo con il Niger, anche grazie al sostegno fornito dall’UNODC. Ulteriori iniziative sono in corso per rafforzare la cooperazione giudiziaria tra l’Italia e gli altri paesi africani, in particolare con il Mali e il Senegal”.
Oggi intanto sono stati diffusi i dati di Frontex, dal quale emerge che tra gennaio e aprile 2021 i migranti giunti sulla rotta del Mediterraneo centrale sono più che raddoppiati (+157%) rispetto allo stesso periodo del 2020, e hanno già toccato quota 11.600.
Nel mese di aprile, l’arrivo di 1.550 migranti, soprattutto tunisini e ivoriani, rappresenta il doppio rispetto allo stesso mese del 2020. Nei primi quattro mesi del 2021 nell’Unione Europea sono stati registrati in totale 36.100 arrivi, in salita di circa un terzo rispetto al 2020. In aprile oltre 7.800 arrivi, un numero quattro volte superiore rispetto al minimo storico di aprile 2020.(@OnuItalia)