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Rifugiati: Grandi; costruire e far funzionare il patto europeo su migrazione e asilo

ROMA, 12 MAGGIO – Nel corso di una conferenza stampa congiunta con la Commissaria europea per gli Affari Interni, Ylva Johansson, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha dichiarato che i nuovi arrivi attraverso il Mediterraneo centrale sono un’ulteriore dimostrazione di quanto sia necessario il Patto europeo sulla migrazione e l’asilo. ”L’Europa ha bisogno di un meccanismo prevedibile per affrontare queste questioni – ha detto Grandi  – È vero, sono arrivate diverse imbarcazioni; ma si tratta di numeri gestibili. Con un meccanismo razionale e concordato, riteniamo che la situazione sarebbe affrontabile”.
Grandi ha evocato la necessità di dotarsi di un meccanismo più prevedibile e efficiente per il salvataggio delle persone in mare e per lo sbarco e il trasferimento. ”Abbiamo bisogno di fermare i respingimenti che stanno avvenendo lungo tutta la frontiera esterna dell’Unione europea, e abbiamo bisogno di un meccanismo per indagare su questi respingimenti quando essi si verificano. Occorre trovare un meccanismo che trovi un punto di equilibrio tra procedure di arrivo adeguate e solidarietà attraverso la ricollocazione. E personalmente penso che questo sia il minimo che l’Europa possa mettere in atto”.
”Non dimentichiamoci – ha aggiunto il responsabile Onu – che quando parliamo di condivisione di responsabilità, il 90 per cento dei rifugiati, richiedenti asilo e le altre persone sotto la protezione della mia organizzazione non vivono in paesi ricchi. Sono accolti in Africa, in Medio Oriente, in Asia. Quindi chiediamo all’Europa di fare qualcosa che altri paesi stanno già facendo in modo sostanziale, come abbiamo visto anche durante la pandemia”.
Infine Grandi ha segnalato altri due punti che sono aspetti molto importanti del Patto proposto:  ”Uno è l’ampliamento del reinsediamento, ossia l’accoglienza da parte degli Stati europei di rifugiati da altri paesi di asilo – come per esempio il Libano, la Turchia, il Kenya, il Pakistan e così via. Poi, naturalmente, c’è una dimensione esterna del Patto: aiutare i paesi che ospitano un gran numero di rifugiati, o i paesi di transito, come i paesi dell’Africa, per esempio, a gestire meglio questi movimenti, in modo che si possa evitare che le persone affrontino nuovamente viaggi pericolosi”.
Grandi ha concluso affermando: ”Vorrei mettere a verbale ancora una volta che l’Agenzia ONU per i Rifugiati condivide pienamente la speranza e la fiducia della Commissione europea che questi accordi vengano alla fine approvati dall’Unione”. ”L’Europa ha bisogno di un meccanismo prevedibile per affrontare queste questioni – ha detto Grandi  – È vero, sono arrivate diverse imbarcazioni; ma si tratta di numeri gestibili. Con un meccanismo razionale e concordato, riteniamo che la situazione sarebbe affrontabile”. .
Grandi ha evocato la necessità di dotarsi di un meccanismo più prevedibile e efficiente per il salvataggio delle persone in mare e per lo sbarco e il trasferimento. ”Abbiamo bisogno di fermare i respingimenti che stanno avvenendo lungo tutta la frontiera esterna dell’Unione europea, e abbiamo bisogno di un meccanismo per indagare su questi respingimenti quando essi si verificano. Occorre trovare un meccanismo che trovi un punto di equilibrio tra procedure di arrivo adeguate e solidarietà attraverso la ricollocazione. E personalmente penso che questo sia il minimo che l’Europa possa mettere in atto”.
”Non dimentichiamoci – ha aggiunto il responsabile Onu – che quando parliamo di condivisione di responsabilità, il 90 per cento dei rifugiati, richiedenti asilo e le altre persone sotto la protezione della mia organizzazione non vivono in paesi ricchi. Sono accolti in Africa, in Medio Oriente, in Asia. Quindi chiediamo all’Europa di fare qualcosa che altri paesi stanno già facendo in modo sostanziale, come abbiamo visto anche durante la pandemia”.
Infine Grandi ha segnalato altri due punti che sono aspetti molto importanti del Patto proposto:  ”Uno è l’ampliamento del reinsediamento, ossia l’accoglienza da parte degli Stati europei di rifugiati da altri paesi di asilo – come per esempio il Libano, la Turchia, il Kenya, il Pakistan e così via. Poi, naturalmente, c’è una dimensione esterna del Patto: aiutare i paesi che ospitano un gran numero di rifugiati, o i paesi di transito, come i paesi dell’Africa, per esempio, a gestire meglio questi movimenti, in modo che si possa evitare che le persone affrontino nuovamente viaggi pericolosi”.
Grandi ha concluso affermando: ”Vorrei mettere a verbale ancora una volta che l’Agenzia ONU per i Rifugiati condivide pienamente la speranza e la fiducia della Commissione europea che questi accordi vengano alla fine approvati dall’Unione”.

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