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IFAD: Di Maio, diritto al cibo e’ imperativo morale

ROMA, 17 FEBBRAIO – Il diritto al cibo e’ un imperativo morale: con questa convinzione l’Italia stanza 84 milioni per la dodicesima ricapitalizzazione dell’IFAD, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo il cui Consiglio dei Governatori e’ in corso a Roma.

«È fondamentale sostenere il lavoro dell’IFAD con risorse adeguate e sufficienti per intervenire sul terreno, investire nell’economia rurale, nella sicurezza alimentare, nell’accesso al cibo e in cicli produttivi sostenibili”, ha detto il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, durante la cerimonia di apertura della 44esima sessione del Consiglio: «Dinanzi a sfide di tale ampiezza l’IFAD potrà sempre contare sul nostro Paese. Il nuovo governo italiano ha appena stanziato una somma di 84 milioni di euro, destinata alla dodicesima ricapitalizzazione del fondo. Si tratta di un aumento significativo del nostro contributo».

Secondo Di Maio, «sostenere e promuovere la trasformazione dei sistemi agro-alimentari è importante anche nella prospettiva di ‘ricostruire meglio e in maniera sostenibile’ dopo la pandemia». Il Ministro ha quindi ricordato come l’IFAD sia partner chiave del Vertice ONU sui Sistemi Alimentari previsto per settembre, auspicando che già al pre-Vertice di Roma, in programma dal 19 al 21 luglio, «la membership possa definire una serie di impegni volontari» e sottolineando «l’approccio “green” che l’Italia, in qualità di Paese ospite della Pre-COP26, adotterà nell’esercizio della Presidenza G20».

Durante la prima giornata della 44esima sessione del Consiglio dei Governatori IFAD, quest’anno dedicata al tema “Sviluppo rurale – requisito essenziale per la resilienza globale”, capi di Stato, ministri e leader dello sviluppo hanno ribadito come il destino delle nazioni più povere e di quelle più ricche siano interconnessi: sradicare povertà e fame sarà quindi impossibile senza mettere in campo subito azioni di cooperazione internazionale volte ad uno sviluppo a lungo termine.

«La pandemia di COVID-19 e le crisi climatiche dovrebbero far arrivare il messaggio forte e chiaro a tutti, sia ricchi che poveri, sia deboli che forti: i loro destini sono intrecciati. Moriremo o sopravvivremo insieme», ha detto il primo ministro del Pakistan, Imran Khan, ai rappresentanti dei 177 Stati Membri dell’IFAD. «Abbiamo bisogno di un piano e di una strategia comuni per la ripresa globale, la sopravvivenza e la prosperità di tutta l’umanità».

Gilbert Houngbo

Sui sistemi alimentari e sulla necessità che essi siano ripensati, si è soffermato Gilbert F. Houngbo, riconfermato oggi Presidente dell’IFAD per un secondo mandato. Nel suo discorso di apertura dei lavori Houngbo ha ricordato infatti come organizzazioni internazionali e i partner governativi debbano riesaminare la natura dei sistemi alimentari che spesso oggi peggiorano le situazioni di disuguaglianza, povertà e fame. «La mia convinzione rimane intatta. Possiamo realizzare un mondo più giusto ed equo, un mondo senza povertà assoluta, un mondo senza fame», ha detto il Presidente dell’IFAD.  E ha aggiunto: «Ma la pandemia e le conseguenze dei cambiamenti climatici ci stanno costringendo a ripensare radicalmente il modo in cui produciamo e mangiamo». (@OnuItalia)

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