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Dad: studio Ue-Unicef, tra gli studenti in lockdown luci e ombre in un anno difficile

OMA, 9 FEBBRAIO – Nel giugno dello scorso anno nell’ambito di un progetto realizzato in 11 Paesi europei e coordinato dal Joint Research Center della Commissione Europea, è stata condotta un’indagine dalla quale sono emersi dei risultati interessanti sul processi di apprendimento degli studenti in DaD  (didattica a distanza) durante il primo lockdown.
In Italia i dati sono stati raccolti da Unicef, in collaborazione con OssCom, Centro di Ricerca su Media e Comunicazione, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e sono stati pubblicati oggi.
Dai risultati emerge che una famiglia su 3 durante il lockdown non è stata in grado, per mancanza di tempo e anche di adeguato supporto tecnologico, di sostenere adeguatamente la didattica a distanza riservata ai propri figli. Questo risultato è strettamente collegato alla mancanza di tecnologie adeguate durante il lockdown (27%) e al fatto che i genitori non hanno avuto tempo a sufficienza per sostenere i propri figli con la didattica a distanza (30%). C’è anche un 6% dei bambini dello stesso campione che non ha potuto partecipare alla Dad a causa di problemi di connettività o per la mancanza di dispositivi.

Dal punto di vista degli aiuti da parte del governo, il 46% delle famiglie intervistate ha ricevuto nuovi dispositivi digitali dagli istituti scolastici frequentati dai loro bambini e una famiglia su quattro ha ricevuto un abbonamento a Internet per accedere alla didattica a distanza.
Se ci sono studenti cui la didattica a distanza è molto mancata – insieme con il contatto con i coetanei e con lo scambio generazionale – si segnalano anche circostanze positive: nel complesso molti studenti hanno dichiarato di essere entusiasti e ottimisti riguardo alla didattica a distanza. Un dato positivo – secondo lo studio – è che nonostante la preoccupazione dei genitori per il troppo tempo passato davanti a uno schermo da parte dei loro figli, le ore trascorse online in attività extra scolastiche possono essere state alla fine l’unica opportunità di mantenere un senso di normalità attraverso il contatto con gli amici, rilassandosi o addirittura facendo esercizio fisico.
I genitori hanno anche notato spazi di crescita nella vita scolastica dei loro figli durante il periodo di lockdown: il 61% ritiene che siano diventati più bravi a organizzare le loro attività scolastiche rispetto al periodo pre-chiusura. Inoltre, più del 70% dei genitori ha riferito che i loro figli hanno acquisito autonomia nell’uso delle tecnologie digitali per la scuola.

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