ROMA, 1 FEBBRAIO – Nel 2020 oltre 4.000 migranti e rifugiati sono giunti al confine nord-est italiano dopo aver percorso la rotta balcanica. La situazione è stata al centro in questi giorni di una missione congiunta – conclusasi a Trieste – di Chiara Cardoletti, Rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, e di Laurence Hart, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Si tratta di una rotta chiave per l’Italia, in quanto almeno un quarto di tutti i migranti e rifugiati che arrivano in Italia giungono dai Balcani. Fra di loro un numero crescente di afghani, iracheni e siriani in fuga da violenze e persecuzioni e che successivamente ottengono protezione in Italia. Risulta poi in netta crescita la presenza dei minori non accompagnati.
Nel corso della visita i rappresentanti delle due organizzazioni hanno incontrato le autorità governative e cittadine e gli esponenti della società civile e discusso con loro sulla situazione al confine con la Slovenia e i piani di accoglienza e assistenza per migranti e rifugiati. Cardoletti e Hart hanno espresso preoccupazione per le testimonianze di violenze terribili sofferte dalle persone lungo questa rotta, unitamente all’inderogabile necessità di garantire l’accesso al diritto d’asilo rafforzando le procedure che permettano l’analisi individuale di ogni singolo caso e di introdurre una risposta strutturata sia a livello locale che a livello nazionale.
”E’ molto probabile che i movimenti di migranti e rifugiati lungo la rotta balcanica continuino nel 2021. Bisogna agire senza ritardo. Esiste un obbligo per gli Stati ad ammettere sul proprio territorio chi presenta domanda di asilo alle proprie frontiere, almeno per la durata dell’esame della domanda stessa. È in questa fase che occorre attivare anche su questo territorio tutti i servizi di assistenza e informazione previsti dalla legge in Italia”, ha sottolineato Cardoletti.
Per Laurence Hart ”le condizioni in cui molte persone arrivano sono critiche e i profili vulnerabili sono numerosi. E’ necessario ricordare come la priorità sia sempre quella di assicurare un’assistenza adeguata sia per coloro che fanno richiesta di asilo sia per tutti coloro che presentano serie vulnerabilità”’.
UNHCR e OIM continueranno a monitorare da vicino la situazione alle frontiere terrestri italiane e restano pronti a identificare le necessità e le risposte più adeguate per strutturare un sistema di identificazione e assistenza coordinato per migranti e rifugiati che coinvolga tutti gli attori presenti sul territorio e che possa prendere in carico le specificità di chi desidera chiedere asilo e consentire al contempo accesso a tutte le informazioni ed i servizi di assistenza previsti dalla normativa italiana.