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26 Dicembre 2024

Profughi bloccati in Bosnia al gelo, allarme UNHCR per meteo e emergenza sanitaria

ROMA, 13 GENNAIO – Per stimolare una risposta dell’Europa alla tragedia umanitaria che sta colpendo i profughi bloccati in Bosnia, l’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, insieme all’Onu e ai partner della società civile, ha reso noto di essere ”molto preoccupata per le condizioni in cui si trovano circa 2.000 persone bloccate ed esposte al freddo in Bosnia Erzegovina, in particolare nel cantone di Una-Sana, comprese quelle rimaste senza riparo nel campo di Lipa nel comune di Bihać”.

Secondo una nota dell’organizzazione la rappresentante dell’Unhcr nel Paese, Lucie Gagné, ha dato atto agli sforzi compiuti dal governo della Bosnia Erzegovina con il “forte sostegno da parte di diversi attori, tra cui l’Ue e l’Onu”, che ha consentito di trovare una soluzione provvisoria per circa 900 persone che vivono in condizioni disastrose a Lipa”. L’Unhcr chiede tuttavia “ulteriori sforzi da parte delle autorità in tutto il Paese e ribadisce il suo impegno a continuare a sostenerle nel fornire migliori condizioni di accoglienza e servizi efficienti, compreso l’accesso alla procedura di asilo, per le persone che necessitano di protezione internazionale”.

Intanto secondo le previsioni le condizioni meteo sono destinate a peggiorare ulteriormente, con temperature ancora più rigide attese nei prossimi giorni, e altre migliaia di profughi continuano a vagare all’aperto, dormendo nei boschi o in rifugi di fortuna. A dare alle fiamme prima di Natale le tende nel campo di Lipa era stato un gruppo di migranti in segno di protesta per le condizioni in cui erano costretti a vivere. Il tentativo di trasferirli nell’ex campo di Bira, nel centro abitato di Bihac, e in una caserma a Bradina a sud di Sarajevo, non aveva avuto successo per la ferma opposizione degli abitanti locali, appoggiati dai sindaci. A sollecitare le autorità bosniache a intervenire con urgenza per dare una sistemazione ai migranti rimasti all’aperto erano state la Ue – che ha messo a disposizione della Bosnia-Erzegovina finora oltre 90 milioni di euro per l’assistenza ai migranti – e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), denunciando il pericolo reale di una catastrofe umanitaria.

Una buona parte dei circa 8 mila migranti della rotta balcanica presenti in Bosnia-Erzegovina si trovano nel nordovest del Paese dove cercano di passare la vicina frontiera croata e proseguire il viaggio verso l’Ue.

E ora comunque è in agguato anche un’emergenza sanitaria. Molti migranti e rifugiati  hanno lamentato infezioni respiratorie e della pelle dopo aver trascorso giorni in tende e container improvvisati tra il gelo e le tempeste di neve, hanno denunciato gli operatori umanitari. La maggior parte delle centinaia di migranti bloccati nella struttura di Lipa, vicino al confine bosniaco con la Croazia, è stata ospitata in tende militari riscaldate dopo giorni di incertezza in seguito all’incendio che ha distrutto parte del campo il 23 dicembre. La Bosnia è stata oggetto di aspre critiche per aver lasciato circa mille persone senza riparo dopo l’incendio: le autorità prima hanno dichiarato che avrebbero spostato i migranti in un altro luogo, ma hanno finito per allestire tende militari sul sito.

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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