PADOVA, 17 SETTEMBRE – Da questa settimana ogni martedì è online su tutti i canali di Medici con l’Africa Cuamm la nuova web serie “Fuori dal Radar”. Un approfondimento in otto puntate sull’Africa e sui bisogni del continente: temi scomparsi dall’attenzione dell’opinione pubblica in questi ultimi mesi di pandemia.
L’impatto del virus sui sistemi sanitari fragili e gli effetti secondari che si osservano, le campagne di vaccinazione saltate, ma anche la salute mentale degli adolescenti e il rischio dell’aumento esponenziale della povertà come effetto della crisi economica globale. Questi alcuni dei temi che la serie video vuole affrontare, con brevi clip video che uniscono dati e testimonianze dal campo, affidate agli operatori di Medici con l’Africa Cuamm.
Nella prima puntata, Giovanni Putoto, medico responsabile dalla ricerca e della gestione delle emergenze per Cuamm, fa il punto sull’impatto del nuovo coronavirus sull’Africa. Un continente in cui si riesce a fare 0,1 tamponi ogni 1.000 abitanti, contro i 20 dell’Europa e dove la paura del contagio e la mancanza di mezzi tiene ancora più lontane le persone dagli ospedali. Come testimonia anche Fabrizio Vaccaro, giovane medico che dal Sud Sudan racconta che le morti per malaria tra i bambini dell’ospedale in cui lavora sono state cinque volte superiori a quelle riconducibili al nuovo coronavirus.
Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti.
Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 8 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con circa 3.000 operatori sia europei che africani; appoggia 23 ospedali, 64 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 scuole infermieri e 1 università (in Mozambico).(@OnuItalia)