MADRID, 26 AGOSTO – Meno della metà di arrivi di turisti internazionali, una perdita globale pari a circa 320 miliardi di dollari, oltre 120 milioni di posti di lavoro a rischio nel settore del turismo: sono le preoccupanti cifre fornite dall’Organizzazione mondiale del turismo dell’Onu (UNWTo) come bilancio dei primi cinque mesi dell’anno del Covid-19.
La crisi ha messo in ginocchio un settore che vale il 7% del commercio mondiale e dà lavoro a una persona su dieci nel pianeta e i dati forniti dall’UNWTO hanno fatto lanciare l’allarme: ”Mentre la crisi ha scosso fortemente le economie sviluppate, ha fatto precipitare i Paesi in via di sviluppo, in particolare molti piccoli Stati insulari e Paesi africani, in una vera emergenza”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
In particolare, segnala l’Onu, le donne, le popolazioni rurali, le popolazioni indigene e molti altri gruppi tradizionalmente ai margini della società, ricavano un’importante fonte di sostentamento dal turismo. Il settore è anche uno strumento fondamentale per la conservazione del patrimonio naturale e culturale. Un effetto causato dal calo dei redditi è poi anche quello dell’incremento del bracconaggio e della distruzione accelerata degli
habitat all’interno e intorno alle aree protette; la chiusura di molti siti del patrimonio mondiale ha inoltre privato le persone dei mezzi di sussistenza di cui hanno bisogno.
Guterres ha stilato una lista di priorità per mitigare il danno socio-economico della crisi e consentire al turismo di riguadagnare il suo posto di creatore di posti di lavoro. Fra i temi sul tappeto, il potenziamento dell’intera catena del turismo, l’ottimizzazione dell’uso della tecnologia, l’attenzione a sostenibilità e crescita verde e la creazione di partenariati per consentire al turismo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile