NEW YORK, 10 LUGLIO – “Srebrenica non riguarda solo il nostro passato, ma anche il nostro futuro. Dobbiamo imparare da questa tragedia per evitare che queste atrocità si ripetano e per costruire sulle rovine e sulle profonde divisioni che hanno lasciato. Un quarto di un secolo dopo Srebrenica e gli Accordi di Dayton, c’è ancora la necessità di parlare e lavorare per la riconciliazione”, ha detto l’ambasciatore Stefano Stefanile, vice Rappresentante permanente italiano presso le Nazioni Unite, durante l’evento commemorativo al Palazzo di Vetro del 25° anniversario del peggior massacro compiuto in Europa dal 1945 ad oggi.
La data del genocidio, condotto sotto gli occhi delle forze di pace delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, ha avuto luogo con cerimonie di basso profilo a causa della ripresa delle infezioni da coronavirus. Il Tribunale Internazionale per la ex Jugoslavia ha stabilito che il genocidio era stato pianificato meticolosamente. A Srebrenica, un’enclave che le Nazioni Unite avevano dichiarato “area sicura” nel 1993, decine di migliaia di rifugiati bosniaci rifugiati furono circondati e assediati per anni dall’esercito serbo bosniaco.
“Prima di Srebrenica l’Europa sperava di essersi lasciata le peggiori atrocità alle spalle, affidate alla memoria dei suoi anziani e ai libri di storia. Dopo Srebrenica, ci siamo trovati brutalmente consapevoli che la storia può ripetersi, anche nel cuore dell’Europa”, ha detto Stefanile: “Dopo 25 anni, il silenzio su dove si trovano deve essere rotto, deve essere perseguita la responsabilità degli autori di tali crimini”. L’ambasciatore italiano ha invitato tutti i leader politici in Bosnia e nella regione a lavorare insieme con un atteggiamento orientato al futuro, contrastando i discorsi di odio e l’incitamento alla violenza, nonché riconoscendo pienamente il ruolo delle donne nella leadership e nel processo decisionale: “Il futuro per la Bosnia-Erzegovina, come per tutti i paesi dei Balcani occidentali, è chiaramente in Europa. L’Italia continuerà a stare al fianco della Bosnia-Erzegovina, nel suo cammino verso l’Unione europea. Il progresso verso l’adesione all’UE avviene attraverso riforme, ma anche e soprattutto attraverso la riconciliazione”. (@OnuItalia)