ROMA, 28 GENNAIO – Da oggi in Italia esistono i caschi verdi: un pool di esperti con la missione di tutelare e controllare i beni naturalistici UNESCO.
“Non basta identificare un sito, dobbiamo saperlo tutelare”, ha detto i ministro per l’Ambiente Serio Costa sulla sua pagina Facebook.
L’annuncio e’ arrivato al termine dell’incontro con i primi caschi verdi italiani per la firma del Protocollo di collaborazione. A questo programma sperimentale – ha detto il ministro – sono destinati 2 milioni di euro per ciascuno degli anni, dal 2020 al 2022.
Obiettivo e’ garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei siti Unesco tramite l’istituzione di una task force di esperti qualificati che forniranno supporto nelle aree protette e nei territori italiani riconosciuti in ambito internazionale. “I 22 esperti – continua Costa – provengono dall’Ispra, ma non ci fermiamo solo a Ispra, stiamo interpellando le università, il Cnr, il Cufa” e “tutti coloro che volontariamente, ma in servizio, intendono aderire mettendosi al fianco degli enti gestori per dare loro quel supplemento di esperienza che serve per tutelare al meglio gli scrigni della natura”, ha detto Costa.
I caschi verdi, spiega Costa, “sono la interposizione di pace ambientale: esperti di varie materie, dall’ingegnere ambientale al biologo e il naturalista, ma anche il laureato in lettere che conosce dell’Unesco particolari condizioni che si integrano con la natura, e l’archietto del paesaggio, che insieme lavorino in squadra per poter presentare un piano di gestione di una tutela nuova degli scrigni della natura. E’ una cosa mai fatta al mondo. Io sono andato personalmente a negoziarlo dalla direttrice generale dell’Unesco a Parigi che è rimasta molto colpita da questa idea”. (@OnuItalia)