ROMA, 16 GENNAIO – I 75 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz saranno al centro della Giornata internazionale dedicata alla memoria delle vittime dell’Olocausto di quest’anno che l’Onu ha intenzione di celebrare con un nutrito calendario di avvenimenti per sottolineare l’importanza di un’azione collettiva e continuata contro l’antisemitismo e tutte le altre forme di pregiudizio.
Il 27 gennaio una cerimonia ufficiale nella sala dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite vedrà la partecipazione, oltre al Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, dei rappresentanti permanenti della Germania, Israele e degli Usa e alcuni sopravvissuti all’olocausto.
Secondo la lista di appuntamenti fornita dall’Ansa sempre il 27 sarà inaugurata la mostra ‘Vedere Auschwitz’ che attraverso l’esposizione di alcune foto scattate dai nazisti, ma anche dalle vittime, vuole far comprendere la realtà del più grande campo di sterminio della storia umana. Una mostra organizzata sempre presso le Nazioni Unite si occuperà dei primi lavori di storici ebrei e accademici di diverse nazionalità e provenienze che hanno permesso di costruire le basi della nostra attuale conoscenza dei campi di sterminio.
Il 29 gennaio sarà poi inaugurata la mostra ‘Alcuni erano vicini’ che affronta una delle questioni centrali dell’Olocausto: come tutto ciò sia potuto accadere. L’esposizione analizza il ruolo della gente comune di fronte all’Olocausto e le varie ragioni che hanno influenzato le scelte personali come la paura, l’indifferenza, l’antisemitismo, le preoccupazioni professionali, la posizione sociale, la pressione dei coetanei o le possibilità di ottenere beni materiali. La mostra ricorda anche però le tante persone che non hanno ceduto alla tentazione di tradire altri esseri umani per sottolineare che esiste un’alternativa alla complicità all’orrore, anche in tempi eccezionali. La mostra è stata progettata e organizzata dal Museo della Memoria dell’Olocausto degli Stati Uniti.
Infine, il 30 gennaio, una conferenza sarà dedicata al tema “Incitamento all’odio, negazione e distorsione dell’Olocausto: perché è importante sfidarlo”. Gli esperti affronteranno la negazione e la distorsione dell’Olocausto confrontandoli con i fatti inconfutabili e accertati che dimostrano come lo sterminio ha avuto luogo. “La negazione della storia è uno strumento importante per l’incitamento all’odio che incoraggia la disumanizzazione di individui e gruppi e viene utilizzato per giustificare la discriminazione e gli atti di violenza”, spiega l’Onu. “Il 2020 segna il 75/o anniversario dalla fine della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto ma – ribadiscono le Nazioni Unite – l’antisemitismo continua ad esistere”.