(Arturo Zampaglione) BRINDISI, 19 DICEMBRE – Le Nazioni Unite, secondo il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, trovano terreno fertile in Italia, tant’è che ci sono sedi ovunque, da Brindisi a Venezia, da Roma a Trieste, “e questo fa sì che l’Italia rappresenti un caso unico al mondo nell’ospitare
le sedi dell’ONU grazie alla generosità del popolo e del governo italiano, alla sua lungimiranza e apertura al multiculturalismo, soprattutto in un momento in cui questo lo si combatte in giro per il mondo senza capire
esattamente il perché”. Oggi il focus e’ su Brindisi, in occasione del 25/o anniversario del Centro servizi globale dell’Onu (UNGSC), di cui il capo delle Nazioni Unite ha tessuto le lodi definendo la città pugliese e il suo Centro “un vero proprio hub per le tecnologie di ultima generazione”.
Con Guterres e’ intervenuto alla celebrazione dei 25 anni del Centro il ministro degli Esteri Luigi di Maio: “Alcuni sostengono che le Nazioni Unite spesso non riescono a fornire soluzioni efficaci alla complessità del mondo, ma noi respingiamo questa lettura e l’idea che i conflitti si possano risolvere con la forza. Questa è una concezione che può solo alimentare contrapposizioni, che genera instabilità, disuguaglianze e fa proliferare il
terrorismo”, ha detto il titolare della Farnesina confermando che l’Italia sta lavorando al progetto di aprire nei poli Onu di Brindisi e Torino due ‘United nation technology innovation labs’ (Until), “che potrebbero rappresentare incubatori efficaci di idee e tecnologie innovative, mettendo a sistema Nazioni Unite, settore privato, Università e società civile”.
“Oggi – ha detto Di Maio parlando con i giornalisti – è un importante momento per l’Italia e le Nazioni Unite, perché si celebrano 25 anni di un centro logistico fondamentale per gli aiuti in tutto il Mediterraneo e anche oltre. Abbiamo fatto delle azioni importanti come Italia, finanziando progetti come questi, e mai come in questo momento abbiamo bisogno delle Nazioni Unite per risolvere una crisi fondamentale che è quella libica”. (@OnuItalia)