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Iran e Italia celebrano 60 anni di collaborazione archeologica

TEHERAN, 18 NOVEMBRE – L’Ambasciatore italiano in Iran, Giuseppe Perrone, ha inaugurato a Teheran – insieme al Vice Ministro per il Patrimonio Culturale, il Turismo e l’Artigianato, Mohammad Hassan Talebian – una mostra su 60 anni di collaborazione culturale tra Italia e Iran, organizzata presso il Museo nazionale dell’Iran e curata dall’ISMEO (Istituto di studi per il Medio e l’Estremo Oriente) in collaborazione con l’Iranian Research Institute for Cultural Heritage and Tourism.

Attraverso 52 pannelli, fotografie e reperti rinvenuti nelle diverse aree di scavo, la mostra racconta e celebra i 60 anni della presenza archeologica italiana in Iran e della collaborazione bilaterale in materia di tutela e valorizzazione congiunta del patrimonio culturale iraniano. “Le missioni archeologiche e di restauro rappresentano il fiore all’occhiello dell’articolata collaborazione culturale bilaterale” – ha affermato l’Ambasciatore Perrone – aggiungendo che “e’ dovere dei nostri due Paesi, eredi di storie e  culture millenarie, continuare a lavorare al rafforzamento e all’ampliamento delle iniziative congiunte per la tutela, la conservazione e la promozione delle straordinarie ricchezze archeologiche iraniane a beneficio delle generazioni future”.

Il Prof. Adriano Rossi, Presidente dell’ISMEO ha evidenziato che la mostra “e’ la piu’ completa e vasta iniziativa espositiva sulle attività archeologiche e di restauro mai realizzata in Iran o in Italia”. All’inaugurazione è seguito un seminario nel corso del quale i co-direttori delle missioni archeologiche congiunte italo-iraniane hanno presentato i risultati scientifici finora raggiunti e le prospettive di collaborazione futura.

Archeologi italiani hanno partecipato a studi sulle antiche civilta’ dell’Iran fin dall’inizio del Novecento, ma il coinvolgimento diretto in materia di scavi comincia 60 anni fa. Il primo accordo tra i servizi archeologici iraniani e l’ISMEO risale al 1959. Sotto la direzione del suo direttore, il leggendario Giuseppe Tucci, l’ISMEO era gia’ attivo in Pakistan (1956)  e in Afghanistan (1957).

Dal 1960 il Centro per gli Scavi Archeologici ha organizzato campagne su larga scala nella regione del Sistan. Imporanti ricerche sono state effettuate a Persepolis e Isfahan. I restauri a Persepoli sono cominciati nel 1964 e dall’anno successivo entrati sotto la direzione dell’esperto di conservazione archeologica Giuseppe Tillia e della moglie A. B. Pettersson-Tilia.

Nel 1976 l’Università di Torino ha partecipato a un programma congiunto con il Museo dell’Università della Pennsylvania e il Centro iraniano di ricerca archeologica, noto come Progetto Hesar Restudy, per lo studio di questo sito fondamentale, scoperto nella regione di Damgan negli anni ’30, in modo più approfondito.

Dal 1976 al 1978 ricercatori italiani dell’Istituto di Studi Micenei e Egeo-Anatolici (un ramo del Consiglio Nazionale delle Ricerche) hanno condotto indagini di superficie, dirette da Paolo Emilio Pecorella e Mirjo Salvini, nelle pianure di Urmia e Usnaviye , nonché nell’area tra il lago Urmia e le montagne Zagros nell’Azerbaigian iraniano.

Un importante momento del lavoro archeologico italiano in Iran e’ poi nell’area della ricerca paleobotanica, che faceva parte degli studi in Sistan e successivamente a Tepe Yahya, Tepe Hesar, Qal’a-ye Esma’il Aqa e Tepe Gijlar. (@OnuItalia)

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