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Da oggi a Nairobi la Conferenza sulla popolazione a 25 anni dal Cairo: gli impegni per il 2030

NAIROBI, 12 NOVEMBRE – Si apre oggi a Nairobi, in Kenya, (e si chiuderà il 15) la Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo (ICPD) promossa dai governi del Kenya e della Danimarca e dal Fondo per la popolazione dell’Onu (Unfpa). Il summit ha lo scopo di celebrare i 25 anni della Conferenza del Cairo: in quella occasione, 179 governi adottarono un Programma d’azione, riconoscendo che la salute riproduttiva, l’empowerment delle donne e l’uguaglianza di genere erano la strada verso la sostenibilità e lo sviluppo.

In particolare, il Programma d’azione richiedeva che tutte le persone potessero avere accesso a un’assistenza sanitaria riproduttiva completa, compresa la pianificazione familiare volontaria, servizi sicuri di gravidanza e parto e la prevenzione e il trattamento delle infezioni a trasmissione sessuale. Inoltre, esortava i Paesi a sradicare la violenza di genere e le pratiche dannose, tra cui la mutilazione / il taglio dei genitali femminili (MGF) come gravi violazioni dei diritti umani.

Oggi il mondo punta a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite entro il 2030, e la salute sessuale e riproduttiva universale è al centro di gran parte di questo programma: porre fine alla povertà, sicurezza, salute e benessere, realizzare l’uguaglianza di genere e realizzare comunità sostenibili, tra molti altri obiettivi. Gli sforzi urgenti e sostenuti per realizzare la salute e i diritti riproduttivi sono cruciali.

La conferenza sarà disertata dalla delegazione del Vaticano che la ritiene propugnatrice di principi contrari alla Chiesa come la regolamentazione delle nascite, l’aborto ecc. Venerdì scorso anche l’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Bernardito Auza, aveva reso nota attraverso un comunicato ufficiale la sua decisione di non partecipare al Summit, motivata da ragioni analoghe a quelle esposte dalla Chiesa del Kenya.

Tra le numerose Ong presenti al summit, Amref partecipa alla conferenza con diversi appuntamenti. Uno di questi sulle mutilazioni genitali femminili, cui prenderanno parte rappresentanti di Amref Italia. Obiettivo: porre fine alle mutilazioni genitali femminili, nel mondo, entro il 2030. ‘’Venticinque anni dopo l’adozione del programma d’azione ICPD – afferma Amref – il vertice di Nairobi rafforzerà questa agenda e farà passi coraggiosi per un’ulteriore attuazione. Amref Health Africa, la più grande organizzazione sanitaria con sede in Africa, punta a un cambiamento sanitario duraturo nel continente. Inoltre, l’organizzazione vede il raggiungimento del Programma d’azione ICPD come un contributo a questa visione. Il vertice di Nairobi rappresenta un’importante pietra miliare per l’accelerazione della volontà politica e degli impegni relativi al programma d’azione”. Per l’organizzazione ”la violenza di genere e le pratiche dannose come le MGF sono ancora prevalenti. In alcuni paesi non esistono ancora leggi specifiche per eliminare queste pratiche, mentre in altri mancano di un’adeguata attuazione. Un accesso inadeguato e quindi una scarsa diffusione dei contraccettivi nonché la mancanza di un’educazione sessuale adeguata all’età hanno portato a tassi di gravidanze di adolescenti e aborti non sicuri elevati; alti tassi di infezione da HIV tra i giovani e alta incidenza di malattie sessualmente trasmissibili. In generale, l’accesso inadeguato a SRH e diritti è uno dei principali fattori che impedisce il raggiungimento di dividendi demografici in Africa”.

In seguito ad una consultazione con le organizzazione della società civile e rappresentanti del Governo, Amref ha redatto un documento con 70 impegni, che ha focus su matrimoni infantili, riduzione di tassi di gravidanza tra adolescenti e lotta per porre fine alle mutilazioni.

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