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Italia e FAO lanciano alleanza paesi a difesa della dieta mediterranea

ROMA, 19 SETTEMBRE – L’Italia tiene a battesimo a Roma una alleanza di Paesi a difesa della dieta mediterranea. “Sono lieta di annunciare che i Paesi della dieta mediterranea all’Unesco – Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Portogallo, Spagna e altri Paesi del Mediterraneo, la Giordania, il Libano, la Tunisia, San Marino e di recente anche l’Egitto – hanno voluto istituire con noi l’alleanza per i principi della dieta mediterranea. È un’alleanza aperta, e auspichiamo che altri Paesi possano ritrovarsi nei principi di questo viaggio che iniziamo oggi”. Lo ha annunciato il segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, intervenendo alla Fao in occasione dell’evento ‘Oltre 2000 anni di dieta mediterranea: un viaggio dagli antichi romani al riconoscimento Unesco del 2010. La dimensione culturale del cibo’.

Secondo il direttore della Fao Qu Dondyu e’ imperativo difendere la dieta mediterranea dai fast food. La dieta mediterranea “promuove la produzione alimentare locale”, incoraggia “l’agricoltura sostenibile, tutela il paesaggio e ha un basso impatto ambientale”, tuttavia è minacciata da “soluzioni alimentari veloci” dovute alle nuove abitudini di nutrizione moderne. Per questo motivo “vanno compiuti sforzi e prese iniziative”, ha detto Qu, spezzando una lancia a difesa dell’alimentazione tradizionale, “fondamentale pilastro del nostro patrimonio culturale”.

Nel corso dell’appuntamento l’Italia ha presentato il progetto “Mediterranean Diet’s principles for Agenda 2030”, che si articolerà in una serie di giornate di studio, riflessione e approfondimento scientifico sulla dieta mediterranea.

L’alleanza “mira a condividere un percorso per promuovere uno stile di vita, una cultura nell’alimentazione su basi scientifiche che dimostra di dare benefici della salute, benessere sociale ed economico, e per promuovere i prodotti che in primis l’Italia e tutti i Paesi del Mediterraneo possono produrre ed esportare”, ha detto la Belloni. “Nella prospettiva degli obiettivi di sviluppo sostenibile, nelle prossime giornate mostreremo i benefici per il pianeta, la biodiversità, l’economia, le donne, della dieta mediterranea e dei modelli ispirati agli stessi principi, nel rispetto di tutte le differenze etniche, culturali, religiose, economiche e di metodologia di produzione agricola”.

Il tema della dieta mediterranea è di “estrema importanza per il governo italiano, e sono certa che le discussioni di oggi potranno ispirare iniziative fruttuose per la Fao e i suoi stati membri”, ha spiegato la segretario generale del ministero degli Esteri.  Con l’evento di oggi “ci proponiamo di dimostrare la validità scientifica della dieta mediterranea come modello di sviluppo agricolo e di alimentazione sostenibile, che contribuisca agli obiettivi dell’Agenda 2030″, ha dichiarato Belloni.

L’iniziativa di oggi alla Fao intende promuovere e diffondere la conoscenza dei princìpi della dieta mediterranea, mettendo in luce l’unicità storico-culturale di uno stile di alimentazione e di produzione agricola che ha attraversato i millenni fino a giungere ai nostri giorni. Da oltre 2000 anni, infatti, la dieta mediterranea costituisce un insieme unico di conoscenze, simboli, rituali e tradizioni, che vanno dall’agricoltura, alla pesca e all’allevamento, dalla conservazione del cibo alla preparazione dei piatti, fino a includere le pratiche di condivisione del cibo comuni a molti popoli del bacino del Mediterraneo. Per il suo valore culturale, la dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’UNESCO nel 2010 come “patrimonio culturale immateriale” dell’umanità.

La serie di eventi organizzati dall’Italia intende valorizzare i benefici che la dieta mediterranea apporta alla salute e al benessere delle comunità, all’ambiente e alle risorse del pianeta. I principi su cui si fonda la Dieta Mediterranea hanno infatti caratteri di sviluppo sostenibile e abitudini e stili di vita sani, che possono essere promossi al di là dei confini del Mediterraneo in contesti locali e regionali differenti, osserva la Farnesina in una nota sul sito online. (@OnuItalia)

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