GINEVRA, 30 LUGLIO – L’Italia partecipa alla riunione di due settimane di esperti della Convenzione sulle armi biologiche (BWC), l’accordo internazionale che vieta le armi biologiche e tossiche. Affrontare le questioni relative al disarmo e alla sicurezza, per rafforzare la fiducia, contrastare la proliferazione e per migliorare gli usi pacifici della scienza e della tecnologia biologiche, e’ il messaggio al centro dei lavori della delegazione italiana a Ginevra.
La Convenzione sulle armi biologiche è il primo trattato multilaterale sul disarmo che vieta lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di un’intera categoria di armi di distruzione di massa: organismi viventi, di qualsiasi natura, o sostanze infette derivate da questi organismi che hanno lo scopo di produrre malattie e morte in uomini, animali o piante e la cui efficacia dipende dalla capacità di moltiplicarsi nella persona, nell’animale o nella pianta attaccata. Il trattato fu aperto alla firma il 10 aprile 1972 ed entrò in vigore il 26 marzo 1975. L’attenzione si concentra sul rafforzamento della cooperazione e dell’assistenza tra i 178 Stati parte. L’Italia ha confermato in questi giorni il suo impegno contro le pandemie e le malattie infettive concretizzato, tra il 2017 e il 2019, con un contributo della Cooperazione italiana di 140 milioni di euro al Fondo Globale, che opera in oltre 100 paesi.
La Convenzione viene sottoposta a periodiche conferenze di revisione in occasione delle quali è possibile proporre emendamenti ed apportare aggiornamenti circa gli sviluppi scientifici cui va incontro la ricerca in tale settore. La seconda revisione della BWC (1986) ha convenuto che gli Stati parti dovevano attuare una serie di misure per rafforzare la fiducia (Confidence Building Measures o CBM) al fine di prevenire o ridurre il verificarsi di ambiguità, dubbi e sospetti e per migliorare la cooperazione internazionale nel campo di pacifiche attività biologiche. I CBM sono stati ampliati dalla terza conferenza di revisione (1991).
Nell’ambito dell’ultima conferenza di riesame (novembre 2006), l’Italia ha svolto un ruolo propulsivo con la presentazione di un Piano d’Azione sull’universalizzazione della Convenzione stessa in modo da contribuire ad un suo rafforzamento. (@OnuItalia)