Onu Italia

Zappia si unisce a ricordo di Lucio Caputo, presidente del Gei e sopravvissuto al WTC

NEW YORK, 11 LUGLIO – “Un italiano che rappresentava il meglio dell’italianità… all’americana. Sempre aggiornato, una fucina di idee e progettualità, operativo, brillante”. La Rappresentante Permanente dell’Italia all’Onu Mariangela Zappia si e’ unita nel ricordo alle istituzioni italiane a New York per la morte di Lucio Caputo, il presidente del Gei, scomparso a 84 anni nella citta’ diventata la sua patria di adozione.

Lucio “non si fermava mai, e’ stato un instancabile promotore dell’Italia e delle sue eccellenze e si è sempre distinto per l’entusiasmo, l’eleganza, la carica comunicativa e la caparbietà. Non mollava mai. Un vero ambasciatore dell’Italia nel mondo”, ha detto la ZappiaSecondo il Console Generale a New York Francesco Genuardi, “Caputo e’ stato un punto di riferimento per la proiezione economica dell’Italia a New York e per la sua comunità imprenditoriale” essendosi speso senza riserve durante tutta la sua vita ” per promuovere il meglio dell’Italia nella Grande Mela con passione e forte spirito imprenditoriale”.

Caputo e’ stato una delle figure più note tra gli italiani che vivono negli Stati Uniti. Ex presidente dell’Ice a Filadelfia e poi a New York tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, nel 1983 aveva fondato l’Italian Wine & Food Institute, una organizzazione non profit per la promozione dell’immagine del cibo e del vino
italiani negli Usa. E’ stato anche fino alla morte presidente del Gei (Gruppo esponenti italiani), associazione senza scopo di lucro che riunisce gran parte degli imprenditori e dei professionisti italiani attivi a New York. Il Gei Award, dedicato agli italiani che hanno contribuito al miglioramento dell’immagine e del prestigio dell’Italia in America e nel mondo, negli anni è stato assegnato a personaggi del calibro di Gianni Agnelli, Guido Carli, Calo Azeglio Ciampi, Sandro Pertini, Sergio Pininfarina, Mario Monti e Luciano Pavarotti.

Nella sua vita un momento tragico portato a testa alta: Caputo fu tra i sopravvissuti all’attacco di al Qaida al World Trade Center. ”Non ho cambiato nulla della mia vita: lavoro come prima, anzi di piu’, e volo come prima; ho mantenuto le stesse abitudini. Ai terroristi, non gliela daro’ vinta”, aveva detto all’ANSA in una intervista un anno dopo gli attentati.

Lucio si trovava nel suo ufficio al 78.o piano della Torre Nord. Conservava immagini lucidissimi di quell’ora e mezza, dal primo impatto al secondo crollo, alle 10.28, che aveva cambiato il mondo, ma non la sua vita. Tempestato di richieste di rievocazioni e testimonianze, aveva messo per iscritto, in 300 righe di fatti e sensazioni, i suoi ricordi. Ma non ce n’era bisogno, perche’ – disse allora – ”li portero’ con me per il resto della mia vita”, una parte della quale – vicini d’ufficio nelle Torri, documenti, foto, attestati, ”trent’anni d’attivita’ negli Stati Uniti” – era “svanita nel vuoto”. (@OnuItalia)

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