GINEVRA, 9 LUGLIO – “Inorridita”: si è definita così Michelle Bachelet,ex presidente del Cile e Alto commissario Onu per i Diritti umani, dopo aver appreso delle condizioni imposte ai migranti detenuti negli Stati Uniti, bambini compresi.
La diffusione di foto scioccanti ha suscitato aspre critiche nei confronti delle autorità americane e in particolare Bachelet è stata impressionata dalla separazione tra genitori e figli, che costringe i bambini a un periodo di “custodia” lungo il confine meridionale con il Messico. I minori, ha spiegato, non dovrebbero mai essere trattenuti in centri di detenzione, lontani dalle loro famiglie: “Come pediatra, ma anche come madre ed ex capo di stato, sono profondamente scioccata dal fatto che i bambini siano costretti a dormire sul pavimento in strutture sature, senza accesso ad adeguate cure sanitarie o cibo e con condizioni igieniche insufficienti”.
Bachelet ha sottolineato che che “detenere un bambino, anche per brevi periodi e in buone condizioni, può avere un grave impatto sulla sua salute e sul suo sviluppo. Solo partendo da questo principio si può capire il danno che si fa ogni giorno lasciando che questa situazione allarmante continui… la detenzione di un bambino non è mai la soluzione migliore…Ogni privazione della libertà dei migranti adulti e dei rifugiati dovrebbe essere una misura di ultima istanza e nel rispetto dei convenzioni internazionali sui diritti umani”. L’Alto commissario ha riconosciuto agli Stati “la sovranità di decidere sulle condizioni di ingresso e soggiorno degli stranieri nel proprio territorio” ma ha anche respinto la logica secondo la quale il problema si risolve con la sola repressione. “In molti casi migranti e rifugiati hanno affrontato viaggi pericolosi con i loro bambini in cerca di protezione e dignità e in fuga dalla violenza e dalla fame. Quando finalmente credono di aver raggiunto un luogo sicuro, possono essere separati dai loro cari e rinchiusi in condizioni indegne”.
Bachelet ha infine ricordato come l‘Onu abbia certificato violazioni dei diritti umani e abusi in Messico e in diversi Paesi dell’America Centrale, tra cui un uso eccessivo della forza, la privazione della libertà, la separazione delle famiglie, la negazione dell’accesso ai servizi e le espulsioni arbitrarie. L’ex presidente cileno ha invitato i Paesi coinvolti a una maggiore collaborazione e a lavorare alle cause profonde delle migrazioni. E infine ha reso omaggio alle organizzazioni impegnate nella salvaguardia dei migranti: “Salvare vite è un imperativo dei diritti umani che deve essere rispettato in ogni momento e per tutte le persone bisognose. È inconcepibile che coloro che cercano di offrire tale supporto rischino di essere accusati di reati penali”.