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Biennale Venezia: UNHCR partecipa con progetto “Rothko a Lampedusa”

VENEZIA, 3 MAGGIO – Valorizzare il patrimonio di creatività che i rifugiati portano con sé nella fuga, un contributo che, se libero di esprimersi, arricchisce enormemente le comunità che li accolgono: è questo l’obiettivo di Rothko in Lampedusa, il progetto espositivo indipendente organizzato dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e curato da Luca Berta e Francesca Giubilei in occasione della 58esima Biennale d’Arte di Venezia che aprirà al pubblico il prossimo 11 maggio.

Il titolo allude al legame ideale tra uno dei più grandi artisti del XX secolo e la massa mediaticamente anonima che, in fuga da conflitti e persecuzioni, raggiunge le coste dell’isola. Fuggito insieme alla famiglia d’origine dalla Lettonia per approdare in America, nel nuovo paese Rothko ha potuto esprimere il proprio talento e donare all’intera umanità la sua opera.

Chi saremmo noi oggi senza Rothko? Se quel rifugiato non avesse trovato, nel paese di accoglienza, delle condizioni idonee all’espressione della sua potenzialità, oggi non avremmo le sue opere. Forse questo sta accadendo proprio in questo momento. Forse tra quanti arrivano a Lampedusa – e, per estensione, tra tutti i rifugiati nel mondo – potrebbe esserci il Rothko del XXI secolo. Il progetto nasce dalla volontà di proporre una narrazione alternativa rispetto a quella prevalente, in cui i rifugiati siano considerati non come una massa, o un onere spersonalizzato, ma nel loro pieno potenziale di individui unici, portatori di arricchimento per la società nel suo insieme. “Attraverso l’arte le persone in fuga mantengono viva la propria umanità, la propria dignità e riaccendono la speranza di ricostruzione del proprio paese. Allo stesso tempo contribuiscono, nelle comunità che li ospitano, a gettare le basi per un futuro migliore, fatto di convivenza e di arricchimento nella diversità,” ha dichiarato Carlotta Sami, Portavoce UNHCR per il Sud Europa.

Rothko in Lampedusa nasce anche grazie al sostegno del Gruppo UniCredit, fiero di essere main sponsor di questa iniziativa che è un grande esempio di come usare l’arte per fini più alti e come stimolo per un dialogo innovativo su una tematica sociale di grande rilievo.

La mostra e’ ospitata a Palazzo Querini, nel palazzo settecentesco messo a disposizione dalla Fondazione Ugo e Olga Levi, e presenterà le opere di otto artisti contemporanei, che hanno vissuto l’esperienza dell’esilio o affrontato il tema della fuga nella loro ricerca artistica, a partire da Ai Weiwei che come Rothko ha un passato di esilio e fuga il quale presenta un’opera provocatoria: un “fake Rothko”, ovvero una riproduzione del lavoro del maestro realizzata usando blocchetti di LEGO donati da migliaia di volontari. E poi Adel Abdessemed, Christian Boltanski, Nalini Malani, Abu Bakarr Mansaray, Richard Mosse, Dinh Q. Lê e Artur Żmijewski. Le loro opere dialogheranno con quelle di cinque artisti rifugiati emergenti.

Oltre a presentare le loro opere, Majid Adin (animatore, Iran, rifugiato in Inghilterra), Rasha Deeb (scultrice, Siria, rifugiata in Germania), Hassan Yare(fumettista, Somalia, rifugiato in Kenya), Mohamed Keita (fotografo, Costa d’Avorio, rifugiato in Italia) e Bnar Sardar Sidiq (fotografa, Iraq, rifugiata in Inghilterra) saranno a Venezia dal 28 aprile al 23 maggio per partecipare ad una residenza artistica, organizzata in collaborazione con il progetto Waterlines, promosso dal Collegio Internazionale dell’Università Ca’ Foscari, dalla Fondazione di Venezia e da San Servolo srl,  che offrirà loro l’opportunità di entrare in contatto con la scena artistica internazione e di avviare una rete di relazioni utili alle loro carriere.

Per la prima settimana a Venezia gli artisti emergenti saranno ospitati da famiglie appartenenti alla rete locale di Refugees Welcome Italia, la onlus partner di UNHCR che promuove l’accoglienza in famiglia dei titolari di protezione internazionale. Nelle settimane successive si mescoleranno con gli studenti ospiti del Collegio Internazionale sull’Isola di San Servolo. Il programma per la residenza è costellato da momenti formativi, tra cui visite guidate, seminari, laboratori, organizzati con la collaborazione di Refugees Welcome Italia, Palazzo Grassi – Punta della Dogana, IED Istituto Europeo di Design Spa e l’Università Iuav di Venezia. (@OnuItalia)

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